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Libia, Renzi: “Italia stia tranquilla, siamo in grado di intervenire”

Intervenendo a “In mezz’ora” il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha affrontato temi di politica internazionale e interna. Sulla Libia ha usato toni rassicuranti: “Non siamo sotto attacco, ma non possiamo sottovalutare niente”.
A cura di Susanna Picone
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“L'Italia ha un servizio di intelligence che non è come la Cia, ma in Libia siamo i numeri uno. Noi conosciamo come stanno le cose in Libia, voglio dare segnale di tranquillità all'Italia. Conosciamo come stanno le cose e siamo in grado di intervenire”: a usare toni rassicuranti in merito alla questione terrorismo è stato oggi il premier Matteo Renzi, intervenuto alla trasmissione “In mezz’ora”. Renzi ha spiegato che è importante tranquillizzare gli italiani perché i terroristi “vogliono non solo metterci in difficoltà, ma farci vivere come vogliono loro, con la paura e con l'inquietudine. Una parte degli italiani vede queste cose e si spaventa, ma ribadisco che non hanno il controllo della Libia”. Insomma, secondo il premier non siamo sotto attacco ma non bisogna sottovalutare nulla: “La minaccia è potenziale e forte, ma noi siamo pronti”, ha spiegato in tv.

Renzi e l’allarme immigrati

Renzi è tornato anche sulla questione del rischio legato ai barconi: “La minaccia terroristica non arriva da chi arriva con i barconi, semmai da chi sfrutta, per fare soldi, l'invio di barconi. Il contrabbando di stupefacenti e tanti tipi di reati sono gestiti da criminali in rapporto con le fazioni più estremiste”. Il presidente del Consiglio ha parlato anche di Putin, definendolo responsabile di aver violato l’integrità dell’Ucraina. A tal proposito Renzi ha detto: “Io sto provando di far passare un messaggio: se la Russia torna al tavolo della comunità internazionale saremmo tutti più tranquilli, ma per andare al tavolo è chiaro che Putin deve uscire dall'Ucraina”.

La polemica con Boldrini e l’attacco a Landini

Spazio, nel corso dell’intervista, anche del Jobs Act, delle polemiche con la presidente della Camera Boldrini, di Landini e della riforma della Rai. “Un problema suo, non nostro. Noi mandiamo avanti il programma di governo su cui abbiamo chiesto la fiducia e come dobbiamo fare”, ha risposto Renzi alla domanda sulle critiche della Boldrini sul Jobs Act. “La Boldrini è la presidente della Camera – ha aggiunto – è l’arbitro dei giochi parlamentari e la lascio fuori dalla discussione”. “È passato un anno di governo. Mancano ancora tre anni. Siamo alla prima parte del primo tempo. C’è molto da fare. L’obiettivo è rimettere in piedi, in moto l’Italia. Mio obiettivo non è costruire una leadership carismatica”, ha continuato Renzi che sulla posizione del leader della Fiom Landini ha aggiunto di non credere che possa abbandonare il sindacato, “è il sindacato che ha abbandonato Landini”. “Il progetto Marchionne sta partendo, la Fiat sta tornando, meno male, a fare le macchine. La sconfitta sindacale pone Landini nel bisogno di cambiare pagina il suo impegno in politica è scontato”, ha dichiarato il premier.

Riforma Rai a marzo

Sulla tv pubblica il premier ha promesso una riforma entro marzo. Renzi in particolare ha confermato che obiettivo del governo è “non far eleggere il nuovo cda Rai con la legge Gasparri”. Perciò se ci sono i tempi in Parlamento, “faremo un ddl, se invece ci sono le condizioni di urgenza e necessità faremo un decreto legge come prescrive la Costituzione”.

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