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Libia, nuovo allarme: “Terroristi infiltrati tra i profughi”

A quanto riportato dal consigliere governativo libico Abdul Basit Haroun alla Bbc ci sarebbe una sorta di “accordo” tra scafisti e Isis. Ma la ricostruzione non convince del tutto.
A cura di Redazione
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La questione è delle più controverse e dibattute negli ultimi mesi: esiste la possibilità che, attraverso i barconi carichi di migranti che sbarcano sulle coste della Sicilia, si infiltrino terroristi che fanno riferimento al califfato dell’Isis? Tale eventualità è diventata uno dei cavalli di battaglia dell’opposizione parlamentare ed è stata agitata strumentalmente per chiedere maggiori controlli sugli sbarchi o addirittura per legittimare il ricorso ai respingimenti in mare aperto. Il Governo invece, citando fonti di intelligence, ha sempre ribadito come si tratti di una possibilità “da non escludere”, ma che al momento “non vi sono riscontri chiari ed evidenti” dell’infiltrazione nel territorio italiano di terroristi “travestiti” da migranti. E lo stesso Alfano, nella sua relazione in Parlamento, ha sottolineato come il vero pericolo venga dal proselitismo del fondamentalismo islamico nei centri di accoglienza.

Ora però la questione sembra destinata a tornare prepotentemente alla ribalta, dopo la diffusione di un colloquio tra i giornalisti della radio della Bbc e il consigliere governativo libico Abdul Basit Haroun. L’esponente del Governo di Tobruk ha parlato di una organizzazione che smista i combattenti dell’Isis sui barconi, spiegando di averne avuto conferma dagli stessi scafisti che operano sulla costa libica. Come riporta Repubblica, “gli scafisti avrebbero spiegato che i miliziani si nascondono tra i profughi, ma a bordo restano separati dalla massa, non hanno paura della traversata e sono "convinti al cento per cento" della loro missione […] L'Is usa "i barconi per la sua gente che vuole mandare in Europa poiché la polizia europea non sa chi è dell'Is e chi è un normale rifugiato”.

Restano comunque tanti i dubbi intorno a tale ricostruzione, soprattutto perché arriva da un esponente di un Governo che non controlla la zona da cui parte la grande maggioranza dei migranti. Proprio ieri, poi, il governo di Tripoli (non riconosciuto dalla comunità internazionale), aveva annunciato “pattugliamenti per fermare i trafficanti di uomini, con il progetto di “piazzare uomini armati lungo le coste per fermare gli imbarchi di immigrati come atto di mutua cooperazione con l'Europa”.

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