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Libia, l’eredità di Gheddafi da 67 miliardi di dollari che fa gola a tutti

Il tesoretto confluito nel fondo dei proventi del petrolio è stato congelato dall’Onu ma ora tutte le fazioni ne reclamano la restituzione.
A cura di A. P.
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A sette anni dalla rivoluzione che ha spazzato via Gheddafi e tutte le sue istituzioni, la Libia oggi è un Paese fortemente impoverito che oltre alla guerra civile tra fazioni che si contendono il potere, nata dopo la cacciata del dittatore, deve fare i conti con un tracollo totale del Pil, avvenuto in pochissimo tempo, e sacche di miseria estrema visto che un quinto della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Un vero paradosso per un Paese che vanta le maggiori riserve di petrolio in Africa e anche grandi giacimenti di gas.

Anche per questo non passa giorno che le varie autorità libiche delle varie fazioni non dichiarino la loro giurisdizione sul tesoretto lasciato da Gheddafi e congelato ora per ordine del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che dal 2011 ha mantenuto le sanzioni contro Tripoli. Si tratta di una riserva di 67 miliardi di dollari accumulata negli anni dal leader libico attraverso scambi petroliferi e investimenti vari e finita nella Libyan investment authority, l'istituzione finanziaria nella quale confluivano tutti i proventi del petrolio.

Per evitare che gli eredi di Gheddafi si impadronissero di quei soldi dilapidandoli magari per armare loro milizie sul campo, l'Onu ha congelato tutto fino a che la situazione politica nel Paese non sarà pacificata. Un obiettivo che però, visto il contesto, appare assai lontano. Il governo di Tripoli, sostenuto dalle Nazioni Unite, infatti è ancora debole e ha poca influenza oltre la capitale e ormai sembra essersi impantanato nelle lotte di potere interne, mentre dall'altra parte incombe il governo di Tobruk che è alleato alle milizie di Khalifa Haftar e controlla gran parte dell'est. Tutti reclamano per loro il tesoretto mentre il fondo, vista la impossibilità di operare sul mercato, sembra stia prendendo sempre più risorse in investimenti ormai deteriorati.

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