13 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Libia, i sostenitori di Haftar bruciano bandiera italiana a Bengasi

La protesta dei sostenitori del generale Haftar contro l’Italia, Pinotti: “Alcuni facinorosi, non sottovalutiamo ma nemmeno ingigantiamo”
A cura di Antonio Palma
13 CONDIVISIONI
Immagine

Nonostante l'insediamento del nuovo governo di unità nazionale guidato da Fayez al-Sarraj e riconosciuto a livello internazionale, la Libia è ancora un Paese profondamente diviso tra fazioni. Lo dimostra un episodio avvenuto nelle ore scorse a Bengasi dove un gruppo di sostenitori del generale Khalifa Haftar, capo di stato maggiore dell'esercito libico che fa ancora capo alle autorità di Tobruk, hanno bruciato una bandiera italiana in piazza. La foto del tricolore in fiamme è stata postata sul proprio account Twitter dall’analista dell’International Crisis Group, Claudia Gazzini, secondo la quale il gruppo manifestava contro le critiche mosse dal ministro della difesa italiano all'esercito libico.

Il riferimento è ad un'intervista che il Ministro Roberta Pinotti aveva rilasciato al quotidiano La Stampa nella quale esortava i generale ad unirsi agli sforzi per "sostenere il nuovo governo". Prlando di Haftar infatti Pinotti aveva dichiarato: "Siamo contenti se combatte l'Isis, ma ora si chiede che tutti gli sforzi puntino a sostenere il nuovo governo". Secondo Gazzini le dichiarazioni del ministro sono state ingigantite dai media libici innescando la protesta di piazza dei sostenitori del generale, alcune centinaia di persone radunate in piazza el-Kish.

"Vedere bruciare una bandiera è un fatto grave. Ma stiamo approfondendo. Non sottovalutiamo ma nemmeno ingigantiamo una situazione che potrebbe essere legata ad alcuni facinorosi”, ha commento la stessa ministra della Difesa informata dell'episodio. Sempre sulla situazione nel Paese nordafricano Pinotti aveva anche precisato alcune notizie sul presunto invio di militari italiani, sottolineando: "La situazione è ancora molto fragile e non siamo ancora ai numeri. Tutto dipenderà da come si sviluppa la situazione. Se si decide di aprire un’ambasciata è chiaro che qualcuno la deve proteggere. Poi ci potrebbero essere necessità di protezioni particolari”.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views