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Libia, Gheddafi rompe la tregua: bombardata Bengasi

I leader dei ribelli: ”Attaccati con carri armati e artiglieria”. Secondo Al Jazeera ci sarebbero anche diversi morti e feriti in città.
A cura di Biagio Chiariello
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I ribelli libici hanno lanciato un appello per l' intervento delle truppe occidentali dopo il pesante attacco subito a Bengasi dalle forze fedeli a Muammer Gheddafi, entrate nella roccaforte degli insorti, violando di fatto il cessate il fuoco annunciato ieri dopo la risoluzione dell'Onu. L'attacco è avvenuto in contemporanea al vertice dei leader della Lega Araba, Ue, Unione Africana, e Stati Uniti, riunitisi a Parigi per discutere della possibilità di un'azione militare contro il leader libico.

I ribelli riferiscono che le milizie Gheddafi hanno occupato Bengasi. "Loro sono entrati Bengasi da ovest. Dove sono le potenze occidentali? Hanno detto che potrebbe colpire in poche ore ", ha detto alla Reuters, Khalid al-Sayeh, un portavoce militare dei ribelli. Bengasi è stata scossa da forti esplosioni fin dalle prime ore del mattino, con colonne di fumo denso visibili all'ingresso sud della città. I soldati del regime hanno bombardato la città sede del Consiglio Nazionale Libico con l'artiglieria e razzi. Un missile ha colpito un cantiere a sud del centro urbano, mentre un altro si è schiantato in mare vicino al porto commerciale della città. L’emittente Al Jazeera parla di almeno otto morti. Le forze ribelli, a loro volta hanno sparato diversi razzi verso le posizioni detenute dai combattenti filo-Gheddafi in periferia. Un aereo militare governativo è stato abbattuto mentre sorvolava Bengasi.

“Il cessate il fuoco è una bugia di Muammar Gheddafi, da ieri si combatte in tutto il paese,”ha detto Mustafa Abdel Jalil, presidente del Consiglio nazionale di Transizione ad Al Jazeera, aggiungendo "Abbiamo solo armi leggere – ha detto -. Gheddafi sembra avere nuove e potenti armi". E ancora: "Quella che stiamo vivendo a Bengasi è una tragedia, ci sono anziani e bambini che vengono usati come scudi umani dalle truppe di Gheddafi. Certamente ci vorrà tempo per prendere tutta Bengasi, tuttavia, in queste ore i civili sono vittime dei loro attacchi. Chiediamo alla comunità internazionale di intervenire per cacciare le truppe del regime dalle nostre città".

Ieri l'Italia ha si è detto pronta all'intervento con basi e uomini in Libia per l’attuazione della risoluzione approvata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Tra i primi accorgimenti approvati la chiusura dell’ambasciata italiana a Tripoli, l’appoggio alla coalizione dei paesi volenterosi, il coinvolgimento di sette basi militari (Amendola, Aviano, Decimo Mannu, Sigonella, Trapani, Gioia del Colle e Pantelleria). Inoltre la possibilità che la base di coordinamento sia spostata a Napoli (Capodichino).

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