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Libia, Gheddafi attacca di nuovo l’Occidente: “Vogliono il nostro petrolio”

Mentre il Libia continuano gli scontri tra le forze leali al regime ed i ribelli, Gheddafi continua ad attaccare sia l’Occidente, che avrebbe ordito la rivoluzione per impossessarsi del petrolio, che Al-Qaeda che avrebbe fatto il lavaggio del cervello ai giovanissimi ribelli.
A cura di Cristian Basile
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Gheddafi parla in tv

Muammar Gheddafi, dopo l'ultimatum di ieri dei ribelli che sembra non aver preso minimamente in considerazione, torna a parlare attraverso i microfoni della televisione statale libica, lanciando una nuova invettiva contro l'Occidente: "La ribellione libica è il risultato di un complotto organizzato dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e della Francia per mettere le mani sul petrolio".

Gheddafi ha rivolto le sue accuse soprattutto alla Francia verso la quale non ha escluso "rappresaglie". Già martedì il colonnello aveva minacciato l'Europa con l'arma dell'immigrazione, avvertendo in una telefonata al premier greco George Papandreou, che "Colpire la stabilità delle Libia porterà gravi ripercussioni sulla sicurezza in Africa del Nord, nel bacino del Mediterraneo e in Europa".

Anche questa volta cerca di screditare i ribelli accostandoli ad Al-Qaeda accusandoli di stare combattendo contro il regime dopo aver ricevuto un "lavaggio del cervello", confermando di aver arrestato algerini, tunisini ed egiziani legati ad Al Qaeda e che, secondo il regime, starebbero sostenendo attivamente o addirittura dirigendo la rivolta nell'est del paese. Gheddafi, intervistato poi in da una televisione turca, ha avvisato che qualora Al-Qaeda riuscisse ad impadronirsi del suo paese, tutto il nordafrica compreso Israele si troverà nel caos più totale. "La comunità internazionale ha cominciato a capire adesso che siamo stati noi ad impedire ad Osama Bin Laden di comandare anche in Libia ed in Africa".

Nel frattempo non si arresta l'offensiva delle forze leali a Gheddafi verso est: sulla città di Al-Zawiya, che sarebbe stata riconquistata dal regime, e a Ras Lanuf, sede di un importante porto petrolifero. A Misurata, invece, i ribelli stanno cercando di resistere ad una violentissima controffensiva dei fedelissimi del colonnello, costringendo Mahmud Jebril, capo del comitato di crisi del Consiglio nazionale di transizione libico, ha chiesto l'aiuto dell'Unione Europea, a cominciare da un riconoscimento ufficiale delle nuove autorità nate dalla ribellione.

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