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Libia, Emergency costretta a lasciare l’ospedale di Gernada: “Troppi episodi di violenza”

Emergency ha annunciato l’interruzione delle attività nell’ospedale di Gernada, nell’est del Paese, a seguito di “gravi episodi di violenza da parte delle forze di polizia locale all’interno della struttura”.
A cura di Susanna Picone
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Emergency abbandona la Libia a causa dei troppi episodi di violenza da parte della polizia all'interno del suo ospedale di Gernada, nell'Est del Paese. Lo ha comunicato la stessa organizzazione. “In accordo con il ministero della Sanità – così Emergency nel comunicato – abbiamo interrotto le attività cliniche, offrendo la nostra disponibilità a intervenire in altre zone del Paese. È stata una decisione sofferta, soprattutto in un momento di grande incertezza come quello che il Paese sta vivendo. Tuttavia, nonostante le ripetute rassicurazioni da parte delle autorità locali, a Gernada non c'erano più le condizioni essenziali per garantire la sicurezza dei pazienti e dello staff”. “Non potevamo rimandare oltre questa decisione – ha spiegato Emanuele Nannini, vice coordinatore dell’Ufficio Umanitario della ong – ma siamo molto preoccupati per la popolazione: il sistema sanitario libico è collassato e ancora una volta saranno i civili a pagare le conseguenze del caos in cui la Libia è sprofondata a partire dal 2011″.

Il Centro chirurgico di Gernada era stato aperto lo scorso 12 ottobre – Anche Gino Strada ha confermato la decisione e al Corriere della Sera che domanda se siano arrivate minacce risponde così: “Eh, altroché…abbiamo deciso di chiudere il nostro ospedale in Libia. Non ci sono più le condizioni di sicurezza necessarie”. Emergency aveva aperto il Centro chirurgico di Gernada il 12 ottobre dello scorso anno per curare i feriti dei combattimenti nelle zone di Bengasi e Derna. In dieci mesi i medici e infermieri della ong hanno curato 1400 persone: “Nello stesso periodo, siamo stati impegnati anche nella formazione dello staff locale per la gestione dei feriti di guerra. Con la nostra partenza, lo staff locale e l’ospedale, che abbiamo completamente ristrutturato ed equipaggiato, rimangono a disposizione delle autorità sanitarie libiche”.

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