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Letta contro Renzi: “Sull’Italicum sta facendo come Berlusconi”

L’ex Presidente del Consiglio conferma il voto contrario alla legge elettorale: “Abbiamo un parente stretto del Porcellum. Non condivido metodo, percorsi e contenuti”.
A cura di Redazione
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Come noto, dopo i tre voti di fiducia ottenuti dal Governo, nella giornata di domani la Camera dei deputati sarà impegnata nel voto finale sull’Italicum, la nuova legge elettorale voluta fortemente dal Governo di Matteo Renzi. Allo stesso modo, è noto che la minoranza del Partito Democratico, dopo una lunga discussione, si è praticamente sfaldata: la stragrande maggioranza dei deputati ha infatti votato la fiducia al Governo, mentre meno di una quarantina hanno deciso di abbandonare l’Aula al momento del voto.

Sulla questione è intervenuto oggi Enrico Letta, nel corso della sua intervista nel salotto televisivo di Lucia Annunziata su Rai Tre. L’ex Presidente del Consiglio ha ribadito la sua contrarietà rispetto alla nuova legge elettorale che giudica “parente stretto del Porcellum”, confermando che domani voterà contro: “Non condivido metodo, percorsi, contenuti”. Ma non basta, perché nella lettura di Letta, Renzi sta sostanzialmente seguendo l’esempio di Silvio Berlusconi: “Abbiamo accusato Berlusconi di avere introdotto il cambiamento per cui chi ha la maggioranza si fa la sua legge elettorale. Abbiamo detto mai più. Ma oggi il Pd sta facendo la stessa cosa”. In generale, il giudizio nei confronti Renzi è tutto meno che positivo: “non penso che una fase come questa possa essere risolta con un hashtag”.

Quanto alla possibilità che Mattarella firmi la legge elettorale, Letta è chiaro: “Un conto è l'opportunità politica di approvare una legge elettorale a maggioranza, un altro è valutare la costituzionalità”. Dunque, nessuna pressione sul Presidente della Repubblica, anche nella consapevolezza che “teoricamente non credo sia possibile votare finché non si approva la riforma del Senato. Votare significherebbe andare al Senato con il Consultellum. E votare ora sarebbe un errore per il Paese”.

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