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Legge taglia stipendi, Grillo ai parlamentari: “Votatela, non morirete certo di fame”

Il capo politico del MoVimento 5 Stelle alla vigilia della discussione del disegno di legge per il taglio degli stipendi dei parlamentari: “Nessun parlamentare morirà di fame o stenti. Avranno tutti uno stipendio adeguato al loro lavoro e non un compenso d’oro alla faccia di chi non arriva a fine mese”.
A cura di Redazione
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È cominciata alla Camera la discussione del disegno di legge “Modifiche alla legge 31 ottobre 1965, n. 1261, concernenti il trattamento economico e previdenziale spettante ai membri del Parlamento”. Si tratta della norma che disciplina la nuova formulazione degli stipendi dei parlamentari, secondo la formulazione del MoVimento 5 Stelle (il ddl è a prima firma Roberta Lombardi). Dopo le considerazioni di Matteo Renzi, che ha sostanzialmente bocciato l’idea, aprendo invece alla modifica del meccanismo con il quale vengono corrisposte le indennità (l’idea è quella di legarle alle presenze in Aula), c’è grande attesa per capire quale sarà la linea del Partito Democratico.

Intanto Beppe Grillo torna a usare l’ironia dalle pagine del suo blog e manda un “messaggio” ai parlamentari:

Oggi arriva finalmente in Aula la legge del MoVimento 5 Stelle per dimezzare gli stipendi a tutti i parlamentari italiani. Stabilisce per tutti quanto i nostri portavoce fanno già da anni devolvendo la parte tagliata dello stipendio nel fondo per il microcredito che ha fatto nascere più di 2.000 aziende e creato oltre 6.000 posti di lavoro.

Nessun parlamentare morirà di fame o stenti. Avranno tutti uno stipendio adeguato al loro lavoro e non un compenso d'oro alla faccia di chi non arriva a fine mese. Il risparmio previsto è 61 milioni dagli stipendi e 26 milioni dalle spese telefoniche e di viaggio. In totale 87 milioni di euro più il valore incommensurabile di un gesto per riavvicinare la classe politica ai cittadini, i veri datori di lavoro di tutti i deputati e senatori.

Oggi non ci sono più scuse. Hanno fatto una riforma costituzionale per risparmiare 58 milioni di euro, possono approvare la legge 5 Stelle per risparmiarne 87 subito e salvare la faccia. Chi voterà contro questa legge lo farà per egoismo, per tenersi i suoi privilegi, per tenersi i suoi soldi. Nulla vi è dovuto e il vostro non è uno stipendio, ma un privilegio inaccettabile: avete gli stipendi parlamentari più alti di tutta Europa nel Paese europeo che più di tutti soffre la crisi e la disoccupazione e nell'unico insieme alla Grecia in cui non esiste un Reddito di Cittadinanza. Renzi poteva dire ai suoi di votare questa legge, ma non l'ha fatto perchè pensa che sarebbe una vittoria del MoVimento 5 Stelle che potrebbe danneggiare la sua campagna referendaria. Un ragionamento egoista. Questa misura serve per gli italiani, non per noi: noi lo stipendio ce lo tagliamo già e non dobbiamo dimostrare niente a nessuno. Renzi è stato sordo al nostro appello, per questo mi rivolgo direttamente ai parlamentari del Pd e di tutti i partiti: lasciatevi andare auno slancio di generosità e votate la legge del MoVimento 5 Stelle per dimezzare il vostro stipendio. In cambio riceverete gli abbracci dei cittadini e il mio personale.

Oggi alle 16 inizia la discussione in aula alla Camera. La trasmetteremo in diretta sul Blog fino a domani quando ci saranno le votazioni.

Domani può essere il Pace e bene Day, un V Day all'incontrario. Fate quel che è giusto: #SiateGenerosi. I cittadini vi guardano: non deludeteci.

Lombardi: "Al Pd chiedo ‘Volete tagliarvi le indennità?' Basta un sì"

"Dopo due anni di attesa la nostra proposta è arrivata a luglio 2016 in commissione Affari costituzionali e tre mesi dopo è ora in Aula. Ricordo che la proposta Boccadutri ci ha messo 2 settimane, tra Camera e Senato, per togliere i soldi dei rimborsi dei cittadini. Quando di tratta di togliere soldi sono rapidissimi, quando si tratta di ridarli agli ci vogliono anni. I presunti 58 milioni che si risparmierebbero con la vostra riforma che stravolge la Costituzione, sono quasi stessa la cifra che si risparmierebbe in un anno col solo taglio delle indennità dei parlamentari e molto meno degli 87 milioni di risparmio annuo che porterebbe", ha dichiarato la deputata del Movimento 5 Stelle e prima firmataria della proposta, Roberta Lombardi.   "Chiedo ai signori del Partito democratico di andare in un qualsiasi bar della Penisola e spiegare agli avventori che 3.000 euro di stipendio mensile, più 3.500 euro di diaria, più 3.690 di spese esercizio mandato non sono un appannaggio dignitoso per fare il parlamentare.

"Ma non lo fate nei bar del centro di Roma, piena di quegli ‘sfaccendati' di impiegati pubblici a 1200 euro ai quali avete bloccato lo stipendio da 9 anni, non lo fate nemmeno in un bar del nord, pieno di quelli che magari hanno perso il lavoro perchè voi andate a finanziare l'economia reale e le imprese avete date soldi ma le lobby dei vostri amichetti finanzieri. E non andate nemmeno al Sud, dove da anni la gente si vede passare davanti agli occhi miliardi elargiti a pioggia, che finiscono sempre nelle tasche dei vostri amici. Magari fatelo su Marte, lì forse trovereste gente che vi capisce. Io vi chiedo: volete tagliarvi le indennità e rendicontare tutto in trasparenza? Perchè oggi, banalmente, basta un sì", ha concluso Lombardi.

Di Maio: "Renzi in stato confusionale. Pd rimanderà la nostra proposta di legge"

In un breve post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha dichiarato: "Il premier è in stato confusionale. Sa bene che se il PD rimanderà in commissione la nostra proposta di legge sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari, non gli basteranno tutte le slide del mondo per giustificarsi. Invitiamo Renzi a venire in aula. Segnatevi la data: ci vediamo domani, martedì 25 alle 15 in piazza Montecitorio, per un sit in di incoraggiamento al PD prima della votazione alla Camera. Se non glielo dice la loro coscienza, glielo direte voi cosa votare". Inoltre, intervenendo a Radio Rtl 102.5, Di Maio ha posto una sorta di ultimatum al presidente del Consiglio: “Renzi ci dica chiaramente se il Pd voterà oppure no il nostro disegno di legge per dimezzare gli stipendi dei parlamentari. Se vogliono fare proposte ben venga, se invece vogliono rimandare il testo in commissione significa affossare tutto e tenersi il malloppo”.

Per quanto riguarda la proposta avanzata da Matteo Renzi relativa all'erogazione delle indennità parametrata alle assenze accumulate dai parlamentari, facendo notare che l'onorevole Di Maio avrebbe una media di presenza pari al 37% circa, il vicepresidente della Camera ha replicato: “Va benissimo, però si parte dalla base dello stipendio dimezzato, perché oggi già esiste una norma alla Camera e al Senato per cui se non partecipi a una giornata di voti ti tolgono 250 euro, però se il tuo stipendio base è 10mila lordi euro più rimborsi, capirai che 250 euro che ti tagliano sono relativi”. In relazione alla critica mossa da Renzi, Di Maio ha inoltre sottolineato che “in realtà io ho solo il 12% di assenze, il resto ovviamente, io sono un vicepresidente della Camera, quando non voto, mi trovo o a presiedere o a svolgere un’altra serie di funzioni che mi vedono in missione. Infatti tre vicepresidenti su quattro abbiamo circa lo stesso numero di voti in missione, quindi in linea”.

Brunetta: "Introdurre parametro legato al reddito pregresso"

Il forzista Renato Brunetta ha risposto alla proposta avanzata dal M5S rilanciando: “Se è vero, com’è vero, che non bisogna, non è corretto, e non è legittimo ‘arricchirsi’ facendo politica, è da considerarsi altrettanto giusto che non ci si debba ‘impoverire’, ‘guadagnare meno’ dall’attività che si porta avanti ogni giorno con passione. Troppo facile non vedere che dietro l’attività parlamentare c’è un lavoro quotidiano nelle Commissioni, nelle piazze, nel Paese reale; troppo facile non vedere che dietro ogni parlamentare c’è una storia, c’è una professione, c’è una vita ‘prima’, e c’è anche un reddito precedente. Si introduca dunque una norma che, anche per quanto concerne il punto di vista economico sia capace di adeguarsi alle diverse situazioni, introducendo un parametro che si lega proprio al reddito percepito fino al momento dell’assunzione di una carica pubblica. Pertanto, anche rompendo il tabù dell’uguaglianza della retribuzione dei parlamentari, proponiamo di calcolare l’indennità da corrispondere a deputati e senatori sulla base del reddito percepito prima dell’elezione”.

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