Legge stabilità, la minaccia M5S: “Li facciamo stare in Parlamento anche a Natale”

Nel giorno in cui il Governo fa capire di essere intenzionato a porre la questione di fiducia sulla legge di stabilità (che arriva al Senato senza mandato al relatore e dunque senza le modifiche introdotte dalla Commissione Bilancio, che del resto non è riuscita ad ultimare l'esame degli emendamenti), è il Movimento 5 Stelle a dissotterrare l’ascia di guerra e a minacciare “una rappresaglia”. Spiegano infatti i parlamentari del Movimento 5 Stelle che se il Governo intenderà proseguire sulla strada del “maxiemendamento blindato con l’ennesimo voto di fiducia”, sarà battaglia e si continuerà a lavorare anche il giorno di Natale.

Spiega una nota pubblicata sul blog di Beppe Grillo:

"Il governo non si azzardi a presentare al Senato il maxiemendamento sulla legge di Stabilità, per farlo poi passare in fretta e furia con l'ennesimo voto di fiducia e infine farlo ratificare alla Camera senza dibattito e senza un esame approfondito delle norme. Non è accettabile che il governo imponga al Parlamento e al Paese una legge di stabilità stravolta con emendamenti localistici e microsettoriali che rispondono a puri interessi personali della maggioranza e che, soprattutto, vanno a modificare i saldi della legge di bilancio. Mentre gli emendamenti delle opposizioni vengono respinti con la solita scusa della mancanza di coperture, il governo disfa a suo piacimento la legge di stabilità pur di metterci dentro ciò che più gli fa comodo. Il Movimento 5 Stelle è pronto a dare battaglia pur di impedire questo ennesimo atto di arroganza che priva il Parlamento delle sue legittime prerogative. Abbiamo già avvertito i Presidenti di Camera e Senato e i presidenti della Commissione Bilancio: se non ci faranno discutere il testo nel merito, li faremo rimanere qui finanche a Natale." M5S Parlamento

Intanto però il relatore Santini ha confermato che "il Governo presenterà un maxiemendamento che riprenderà in linea di massima le modifiche della Commissione", ma ha ammesso che in tal senso non ci sono garanzie: "Il padrone è il Governo".