Legge elettorale, Monti: I partiti sono in ritardo
Non sono servite le ramanzine del Presidente della Repubblica né le pressioni che sono arrivate dalla società civile e dai cittadini, il Parlamento ancora non ha messo mano alla legge elettorale, il cosiddetto porcellum, a parole odiato da tutti persino dai suoi ideatori. Anche il Presidente del Consiglio oggi è tornato sul tema ricordando che dopo le promesse fatte dai capigruppo e dai presidenti delle Camere, i partiti ancora non hanno trovato un compromesso e sono in ritardo. Dal Laos dove partecipa alla Conferenza internazionale Europa Asia, il Premier si è detto rammaricato di questo rallentamento nei lavori ricordando che "tecnicamente" l'Esecutivo potrebbe intervenire per modificare la legge elettorale, anche se ha tenuto a precisare ciò non è auspicabile perché "politicamente sarebbe preferibile lo facessero le forze politiche". Ad ogni modo il Premier appare fiducioso e assicura che "sarebbe ben strano se i partiti non dimostrassero sensibilità vive ed acute con l'avvicinarsi delle elezioni".
La riforma ferma tra veti incrociati – La riforma della legge elettorale, invocata da tutti, attualmente però sembra ad un punto morto con una proposta della vecchia maggioranza di Governo, appoggiata dall'Udc, che intende solo migliorare il vecchio sistema del Porcellum contro il parere contrario del centrosinistra che intende dare vita, invece, ad un nuovo sistema elettorale completamente differente. I tempi si fanno sempre più stretti e c'è chi ormai teme che alle prossime elezioni politiche si voterà con il vecchio sistema. Esiste infatti anche un rischio maggiore, cioè quello di trovarsi con una legge elettorale peggiore del porcellum, dunque a questo punto c'è chi preferirebbe proseguire su quella strada invece di affrontare un nuovo sistema fatto di compromessi i cui risultati sarebbero tutti da verificare.
