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Legge elettorale, accordo PD-M5S-Fi: via capilista bloccati e pluricandidature

Un accordo tra Pd, M5S, Forza Italia e Lega Nord ha sancito l’eliminazione dei capilista bloccati e delle pluricandidature dalla legge elettorale, rafforzando di fatto l’elemento maggioritario del sistema tedesco. Protestano i piccoli partiti, Pisapia è molto critico, mentre gli orlandiani plaudono all’abolizione dei capilista bloccati. Un emendamento prevede invece la riduzione dei collegi uninominali ricalcata dal Mattarellum.
A cura di Charlotte Matteini
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La legge elettorale cambia ancora. Dopo l'iniziale accordo sull'impianto del sistema tedesco raggiunto da Pd, M5S e Forza Italia, nel corso della mattinata le tre forze politiche hanno annunciato un'ulteriore modifica alla legge elettorale che verrà utilizzata alle prossime elezioni politiche: nel corso degli ultimi giorni, infatti, nonostante l'accordo di massima sul sistema tedesco, alcuni esponenti parlamentari avevano criticato con forza l'esistenza dei capilista bloccati e delle cosiddette pluricandidature, ovvero la possibilità di presentare la propria candidatura in vari collegi. Nel corso della mattinata, però, Pd, M5S, Forza Italia e Lega Nord sono giunti a un accordo finale e sia i capilista bloccati che le pluricandidature sono stati cancellati. Il testo, attualmente in discussione in commissione Affari costituzionali della Camera, sarà dunque nuovamente modificato prima dell'approdo in Aula per la discussione e l'approvazione. "Regge l'accordo a quattro sulla legge elettorale", ha dichiarato il capogruppo del Partito Democratico Ettore Rosato, che ha spiegato inoltre che l'intesa riguarda anche la riduzione dei collegi uninominali e l'introduzione di maggiori garanzie per le cosiddette "quote rosa".

La nuova formulazione – che dovrà essere comunque approvata con degli emendamenti in Commissione – prevede dunque che in ciascuna circoscrizione saranno eletti prima i vincitori dei collegi uninominali e solamente successivamente, a scalare, i nomi inseriti nel listino bloccato. Sostanzialmente, quindi, si rafforza l'elemento maggioritario dei collegi uninominali che caratterizza il 50% circa del sistema tedesco all'italiana, a scapito del listino proporzionale.

Inoltre, è stata approvata anche la riduzione dei collegi uninominali previsti da sistema tedesco: con un emendamento a firma Ferrari i collegi passano da 303 a 225, sostanzialmente ricalcando l'impostazione dei collegi al Senato previsti dal vecchio Mattarellum. L'emendamento è stato proposto per trovare una soluzione al problema rilevato da più parti, ovvero che essendo il tedesco all'italiana un sistema in cui non è possibile aumentare il numero dei seggi in base a quello dei vincitori, come invece avviene in Germania dove il numero è dinamico, attraverso la riduzione dei collegi uninominali è possibile garantire a ogni eletto il posto in parlamento. Non è invece stato introdotto il voto disgiunto, mentre al momento sembra che verranno modificate anche alcune norme per l'accesso alla competizione elettorale, ovvero quelle relative alla raccolta delle firme.

"Questo risultato è stato raggiunto grazie al lavoro serio che 4 partiti hanno fatto insieme, sarebbe ingeneroso non sottolineare un caso unico in cui le regole democratiche vengono scritte d'intesa, senza far prevalere interessi di parte. È un cambiamento del clima di rissosità", ha dichiarato il capogruppo dem Rosato.

Le reazioni politiche

Il nuovo accordo ha scatenato plausi di approvazione, ma anche numerose critiche. Secondo il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha dichiarato di non voler entrare nel merito della discussione, i partiti devono fare attenzione a possibili rischi di incostituzionalità: "Io non ne parlo. Il mio ruolo mi impedisce di entrare nello specifico. Sento solo il dovere di richiamare tutti a una grande attenzione: non vorrei che dopo due sonore bocciature per incostituzionalità ce ne potesse essere una terza".

Il leader di Campo Progressista Giuliano Pisapia è invece molto critico: "Un patto di governo con il Pd è molto complicato di fronte ad una legge proporzionale, gli accordi su un progetto si fanno prima delle elezioni e non dopo. La discussione si fa prima ma questo pare non sia possibile. Da parte nostra lavoriamo per un nuovo centrosinistra capace di trovare sintesi su un programma comune. È davanti agli occhi di tutti che il Pd sta purtroppo prendendo una deriva diversa da quando è nato Dato che Veltroni e Letta sono tra i fondatori del Pd non stupisce la loro posizione".

Il Movimento Democratici e progressisti dice no alla riformulazione: "Smettiamola una volta per tutte di chiamare questo sistema elettorale tedesco. L'inversione del rapporto proporzionale e maggioritario produce l'opposto del sistema tedesco. L'incongruenza di questo nuovo testo è totale. Il punto da cui Mdp non prescinde è il voto disgiunto, che invece è stato bocciato", ha spiegato l'onorevole Alfredo D'Attorre.

Gli orlandiani, corrente del Pd capitanata dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, esultano per la cancellazione dei capilista bloccati.

La riduzione dei collegi uninominali vede invece molto critici soprattutto i partiti più piccoli. In Commissione affari costituzionali Mdp e Cd hanno chiesto una relazione tecnica del governo perché sostengono che rispetto al 1993, anno in cui i collegi sono stati disegnati a margine dell'approvazione del Mattarellum, sono cambiate le dimensioni demografiche dei vari collegi.

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