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Legge di stabilità: c’è il testo definitivo. E intanto la Ue ci chiede 340 milioni di euro in più

Il Governo diffonde il testo e le tabelle della legge di stabilità 2015: ci sono conferme e alcune sostanziali novità. Ma è ancora polemica con la Commissione Europea (e dovremo sborsare altri 340 milioni di euro per contribuire al bilancio della Ue).
A cura di Redazione
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Come era ampiamente nelle previsioni, il confronto tra il Governo italiano e le istituzioni europee sulla legge di stabilità 2015 si sta rivelando serratissimo e decisamente controverso. Se da una parte Renzi e Padoan continuano a dirsi sicuri della possibilità di "convincere i commissari sulla strategia complessiva del provvedimento", dall'altra (archiviate le polemiche sulla pubblicazione della lettera di Katainen) si lavora ad una soluzione di compromesso, che comunque sembra destinata a cambiare i saldi del provvedimento del Governo italiano. Nel frattempo, però, come riporta Zatterin su La Stampa, c'è una prima nota dolente per il nostro Paese: "In base al ricomputo dei prodotti interni lordi dell’Unione europea, e della relativa contribuzione Iva dovuta al bilancio comunitario per l’anno 2013, l’Italia dovrà versare nella casse a dodici stelle altri 340 milioni di euro il primo dicembre". Un esborso determinato dai nuovi criteri di calcolo del Pil (con l'introduzione delle "attività illegali" che ha fatto salire quello italiano di 59 miliardi) che sarà addirittura di 2,1 miliardi di euro per il Regno Unito (anche se da Londra fanno già sapere di essere indisponibili ad onorare un simile esborso).

Sulla legge di stabilità, come dicevamo, la partita è aperta. Intanto bisogna registrare qualche modifica sostanziale alla manovra, o meglio, una diversa lettura di alcune "comunicazioni iniziali" del Governo. Come si legge sul Sole24Ore, infatti, "in termini di indebitamento netto (il parametro che vale per l'Europa) il saldo finale della manovra parla di più spese per 4,8 miliardi e meno entrate per soli 1,9 miliardi. Un quadro ben diverso dalle slide dei 18 miliardi di meno tasse e dei 15 miliardi di tagli di spesa". Nello specifico, infatti, i tagli alla spesa corrente saranno solo di 5,7 miliardi (di cui 4 alle Regioni), la spending review vale invece 6,1 miliardi, gli 8 miliardi per il bonus di 80 euro figurano tra le "spese" e c'è la conferma dell'ecobonus (anche se lo sconto per le ristrutturazioni scende al 50%).

Tra le principali novità va segnalato lo stop alla riforma degli esami di maturità (confermato invece il miliardo di euro per la stabilizzazione dei precari della scuola), la cancellazione del taglio del 10% dell'Irap (la cui componente lavoro sarà comunque deducibile), la conferma della possibilità di avere il Tfr in busta paga (ma con tassazione ordinaria) ad esclusione dei lavoratori pubblici e del settore agricolo, la conferma del blocco del turn over per gli statali e il no agli interventi in favore dei forestali (bloccati i 140 milioni di euro per i "forestali calabresi). C'è poi la clausola di salvaguardia che prevede, ne caso in cui il Governo non trovi risorse negli anni successivi, l'aumento di 2 punti dell'Iva a partire dal gennaio 2016: serviranno 12,8 miliardi il primo anno,19,2 miliardi nel 2017 e 21,2 miliardi nel 2018.

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