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Legge contro lo spreco alimentare in Francia: un modello anche per l’Italia

Nel nostro Paese ogni famiglia getta in media 49 kg di cibo nella spazzatura annualmente. Ma intanto la Francia ha la sua proposta di legge per combattere lo spreco alimentare. Quando anche da noi?
A cura di Biagio Chiariello
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Nei giorni scorsi in Francia sono stati approvati tre emendamenti a una legge che obbligherà i supermercati a recuperare tutto il cibo non venduto. Ciò significa che chi lo butterà via o lo manipolerà in modo da renderlo non commestibile, rischierà multe fino a 75 mila euro. Ciò darà la possibilità di donare i prodotti alimentari rimasti invenduti ad associazioni di beneficienza che si impegneranno, a loro volta, a distribuirli a chi ne ha bisogno. Una sorta di reato di spreco che ora potrebbe arrivare anche in Italia. Come scrive Repubblica, in rete su change.org in 30mila hanno firmato la richiesta di una normativa simile, e anche il ministro all'Ambiente Gian Luca Galletti si muove in tal senso: "È indispensabile una legge contro lo spreco alimentare. Voglio presentarla entro fine anno. Una legge diversa da quella francese perché sono convinto che è meglio risolvere senza sanzioni ma con educazione e incentivi". L’obiettivo del governo non è quello di punire, ma insegnare a non sprecare: "In Italia esiste una grande e piccola distribuzione sensibile, c'è la cultura, c'è attenzione, bisogna solo dare gli strumenti fiscali e soprattutto insegnare alle famiglie, come previsto dal piano nazionale con lezioni in classe sin da piccoli, perché lo spreco domestico è ancora alto anche se in diminuzione: dai 10 miliardi nel 2013 si è passati agli 8 odierni".

Lo spreco di cibo in Italia

In Italia, secondo le ricerche dell'Osservatorio Waste Watchers, si buttano via 49 chili di cibo commestibile ogni anno. Il 55 per cento getta avanzi quasi ogni giorno, il 30 per cento tre volte a settimana, il 10 per cento 1,2 volte e solo l'1 per cento quasi mai. Il motivo principale per cui si spreca cibo e che ne compriamo troppo. Specialmente la frutta. "Per questo è importante l'educazione dall'asilo all'università, non le multe alla francese, demagogiche, solo così si cambiano veramente i comportamenti e si evitano sprechi. I corsi sono stati annunciati da un anno ma ancora non si vedono e invece sono necessari. Con urgenza. Bisogna imparare il valore del cibo, come non perdere una risorsa. E non deve diventare una giustificazione il sapere che ci sono organizzazioni come la nostra o il Banco alimentare che in maniera diversa indirizzano le eccedenze a chi ha bisogno". Lo dice Andrea Segrè, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Università di Bologna, coordinatore del nuovo pool contro lo spreco alimentare istituito dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito del Piano nazionale di prevenzione dei rifiuti, appena presentato a Roma.

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