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Le vendite al dettaglio diminuiscono ancora e c’è chi si rivolge direttamente ai produttori

Secondo gli ultimi dati Istat le vendite al dettaglio sono calate del 2,4% rispetto all’anno scorso. La flessione riguarda sia i beni non alimentari che quelli alimentari, per questi ultimi c’è chi si rivolge direttamente ai produttori facendo segnare un incremento degli acquisti diretti del 30%.
A cura di Antonio Palma
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Diminuiscono le vendite al dettaglio

La crisi economica che sta colpendo l’economia mondiale ha come estrema conseguenza la diminuzione dei consumi delle famiglie che a sua volta deprime la crescita, innescando un circolo vizioso che porterà solo a peggiorare le cose. A confermare questa considerazione i nuovi dati che l’Istat ha diffuso oggi sul commercio al dettaglio in Italia.

Secondo i dati dell’Istituto di statistica anche nel mese di luglio le vendite al dettaglio hanno fatto registrare una flessione. Se il calo rispetto al mese precedente è minimo, si parla di -0.1%, il dato tendenziale invece segna una diminuzione delle vendite paria al 2,4%. Anche la media del trimestre maggio–luglio rispetto al trimestre precedente segna una flessione dello 0,4%. La crisi si fa sentire soprattutto sui prodotti non alimentari le cui vendite sono scese del 2,6% rispetto a quelle dei prodotti alimentari calate del 2%.

Nonostante comunemente si pensi che quando calano i consumi a sentirne di più il peso siano i piccoli commercianti, i dati ci riferiscono una realtà differente. Se per le imprese che operano su piccole superfici il calo è stato del 2,4%, le catene della grande distribuzione hanno visto una flessione delle vendite pari al 2,5%. A subire maggiormente la flessione, gli esercizi commerciali della grande distribuzione non specializzati e gli ipermercati, che fanno segnare la diminuzione più alta, pari al 3,9%. Come prevedibile, invece, le flessioni più contenute riguardano le catene commerciali più economiche come i discount, che registrano un calo dello 0,9%.

I consumatori non comprano e fanno addirittura fatica a mantenere i consumi per i beni alimentari, figuriamoci per i prodotti non alimentari. Un calo generalizzato delle vendite che registra la massima flessione nel settore elettrodomestici, radio, tv con un -7,4% rispetto all’anno scorso, mentre unico dato in controtendenza quello dei prodotti per l’informatica, la telecomunicazione e telefonia che vedono un incremento delle vendite pari allo 0,2%.

Diminuisce la spesa per i beni alimentari

La crisi si fa sentire e con il varo della manovra economica e l’aumento dell’Iva su alcuni beni, molti cercano di trovare qualche rimedio. Se Adiconsum consiglia una spesa oculata che modifichi gli stili di consumo dei cittadini, c’è chi sta già tentando altre strade, come l’acquisto diretto dai produttori. Dati in netta controtendenza rispetto a quelli dell’Istat, infatti, sono stati diffusi dalla Coldiretti che vanta un incremento delle vendite dei prodotti alimentari pari al 30%. Insomma con la crisi si torna ad acquistare direttamente dal contadino o dalla piccola impresa agricola che sempre più spesso aprono piccoli spacci per evitare la trafila della grande distribuzione, così facendo danno una mano alle famiglie e anche all’ambiente.

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