357 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Le telefonate di Simone, gay suicida a Roma: “Capisco chi si uccide”

Il giovane nei mesi prima di togliersi la vita aveva telefonato più volte alla Gay Help Line del Comune di Roma. Le registrazioni sono state acquisite dalla Procura della capitale.
A cura di D. F.
357 CONDIVISIONI
Immagine

La Procura di Roma ha acquisito gli estratti delle telefonate fatte da Simone al Gay Help Line. Il ragazzo – omosessuale di 21 anni – si è suicidato il 27 ottobre scorso dopo essersi gettato dall'undicesimo piano di un edificio in via Casilina, a Roma. "Sono gay – aveva lasciato scritto il giovane in un biglietto – l'Italia è un Paese libero ma esiste l'omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza". Ebbene, dalle registrazioni telefoniche emerge chiaramente come il malessere di Simone fosse stato più volte espresso. "Ciao… mi chiamo Simone… e ho 21 anni…volevo dirti … i ragazzi che si sono… suicidati…perché dicevano che erano gay…io capisco come si sentivano… il loro stato d’animo…alle volte viene anche a me la voglia di farlo…", dice in una chiamata alla help line. Il tono non è disperato, ma si comprende benissimo il malessere del giovane. Negli ultimi due mesi, infatti, aveva composto quel numero (l’800713713) almeno una decina di volte: si tratta del contatto del contact center antiomofobia e antitransfobia per persone gay, lesbiche e trans gestito dal Comune di Roma con la Regione Lazio e la Provincia di Roma e il cui personale è composto da volontari delle associazioni omosessuali.

Talvolta telefonava in forma anonima, mentre altre volte dava il suo nome: "Sono uno studente di scienze infermieristiche… faccio il tirocinante… quando passo nei corridoi sento le voci alle mie spalle…si chiedono se sono “frocio”… gay… i colleghi… li vedo che mi indicano… fanno battutine". "Sono stufo di prese in giro e vessazioni… va avanti così da quando andavo alle medie… e poi le superiori… l’università… ora al lavoro". Il ragazzo racconta ai volontari dall'altra parte della cornetta: "A scuola mi prendevano in giro… mi trattavano male… erano più aggressivi… adesso mi sento gli occhi addosso… avverto la discriminazione dei colleghi". Le telefonate duravano quasi sempre una ventina di minuti: il tempo necessario a sfogarsi, leberarsi parzialmente di un malesse. mai, tuttavia, Simone ha chiesto aiuto concreto al Gay Help: nessuna denuncia, nessuna richiesta di supporto psicologico. Finché, vinto dalle continue vessazioni, non ha deciso di farla finita.

357 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views