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Le schiave del sesso della seconda guerra mondiale, spunta un video inedito

Il raro video, che dura pochi secondi, risale al 1944 e mostra alcune delle donne costrette a prostituirsi per i soldati giapponesi durante la guerra.
A cura di S. P.
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Le “comfort women” – letteralmente donne di conforto – sono state quelle donne e ragazze che durante la seconda guerra mondiale furono costrette a trasformarsi in prostitute per le truppe giapponesi. Donne, soprattutto sudcoreane, che secondo alcune testimonianze venivano prelevate dalle loro case e, in molti casi, ingannate con promesse di lavoro in fabbriche o nell'ambiente della ristorazione. Non si hanno certezze sulle dimensioni del fenomeno, ma secondo alcune stime sarebbero state almeno 200.000 le “schiave sessuali” della guerra. Di questo fenomeno esistono delle foto e diverse testimonianze ma solo adesso è spuntato anche un breve video. Si tratta di un filmato in bianco e nero del 1944 che dura 18 secondi e che è stato diffuso dal governo di Seoul. Il video inedito – apparso anche sul britannico Daily Mail – è stato scoperto dopo due anni di ricerche negli archivi americani e in qualche modo contribuisce ad arricchire la storia delle cosiddette “comfort women”.

“Il loro aspetto, come ad esempio i piedi nudi, suggeriscono che erano state ridotte in schiavitù”, ha detto un docente universitario commentando le immagini inedite. Nel video, che sarebbe stato realizzato da un soldato americano, si vedono alcune donne davanti a una casa in mattoni parlare in maniera nervosa con un ufficiale cinese. Due delle donne del video erano già apparse in alcune fotografie spuntate negli anni scorsi. Sull’argomento delle “confort women” le relazioni tra Corea del Sud e Giappone sono sempre state piuttosto tese soprattutto perché le donne coinvolte chiedevano delle scuse e l’assunzione di una responsabilità legale da parte di Tokyo, che ha chiesto perdono e versato dei risarcimenti al governo di Seoul, ma non direttamente alle vittime. Tokyo in cambio insiste perché venga rimossa la statua dedicata alle “comfort women” posta davanti all'ambasciata giapponese nel 2011.

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