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Le mogli prese in ostaggio? Erano complici dei mariti rapinatori di negozi

Le donne entravano nei negozi come delle clienti quando facevano irruzione dei malviventi, le prendevano in ostaggio e le minacciavano di morte se il cassiere non avesse svuotato la cassa.
A cura di D. F.
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Un trucco diabolico escogitato per mettere a segno una serie di rapine. Andava così: mogli e fidanzate entravano in un negozio fingendosi semplici clienti. Attendevano in fila il proprio turno, quando a un certo punto facevano irruzione dei rapitori armati fino ai denti che, per meglio convincere i cassieri a farsi dare il denaro, prendevano in ostaggio le donne e le minacciavano di morte. Il piccolo dettaglio? Che malviventi e ostaggi erano in realtà membri della stessa organizzazione criminale guidata da un pluripregiudicato di Abbiategrasso, Antonio Montalto, che agiva con la complicità del fratello Marcello e di un gruppo di donne compiacenti: amiche, mogli, fidanzate. In totale la banda era composta da 12 persone, tutte con precedenti penali.

Le donne entravano all'interno dei negozi e fingevano di essere clienti, quando finivano nel bel mezzo di una rapina, prese in ostaggio dai rapitori che urlavano ai cassieri: "Dammi i soldi o l'ammazzo". Le complici, al termine della rapina, si dileguavano oppure davano false testimonianze ai carabinieri con lo scopo di depistare le indagini. Talvolta invece andavano in ospedale per farsi visitare. I colpi messi a segno con questo sistema sono stati 31, tra Abbiategrasso, Robecco sul Naviglio, Albairate, Besate, Motta Visconti, Ozzero.

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