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Le lacrime di Aysha, bimba liberata dall’Isis: “Grazie, pensavo non sareste mai arrivati”

In un commovente video che sta facendo il giro del mondo Aysha, una bambina di 10 anni, racconta di aver perso il papà, ucciso dall’Isis, e di essere rimasta per tre giorni senza acqua né cibo.
A cura di Susanna Picone
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Lei si chiama Aysha, ha appena dieci anni, ma sa già bene cos’è la guerra. Le sue parole e la sua disperazione stanno facendo il giro del mondo: la piccola, infatti, appare in un video in cui ringrazia i soldati iracheni per aver liberato il villaggio di Kafer (sotto controllo dello Stato Islamico dal 2014) in cui vive a pochi chilometri da Mosul. Di fronte alla telecamera la bimba, trattenendo con difficoltà le lacrime, ha raccontato l’orrore vissuto come prigioniera dell’Isis. Ha detto di aver perso il papà, ucciso dai terroristi, e di essere rimasta nel villaggio insieme alla sua mamma senza acqua né cibo per tre giorni mentre era in corso la battaglia per liberare la città. E per questo ha ringraziato i militari iracheni che l’hanno finalmente liberata: “Ho pensato che non sareste mai venuti”, ha detto la piccola Aysha offrendosi anche di “baciare i piedi” ai soldati in segno di gratitudine. La bimba ha inoltre raccontato di come i terroristi abbiano rapito molti bambini del suo villaggio, dei quali nessuno ha più avuto notizie e che forse sono morti. Poi ha raccontato che la mamma è stata costretta a consegnare i suoi soldi e gioielli: “Siamo rimasti senza niente”.

Aysha in lacrime circondata dai soldati che l'hanno salvata – Accanto ad Aysha nel video si vedono alcuni soldati che la abbracciano, la baciano e tentano di tranquillizzarla. Intorno a loro anche altri combattenti e alcune donne impegnati a distribuire acqua e viveri ai bambini del villaggio. A un certo punto si vede un soldato che prende in braccio la piccola, ancora in lacrime, e si allontana insieme a lei dall'inquadratura. Secondo l'Ufficio Onu per gli Affari Umanitari oltre cinquemila persone sono fuggite dall'area intorno a Mosul dall'inizio dell'offensiva militare per sottrarre la città all'Isis. Il responsabile Onu ha detto che è necessario prepararsi al peggio. L'Unicef ha inoltre denunciato le condizioni molto precarie in cui sono costretti a vivere i bambini.

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