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Le conseguenze della legge di stabilità: a rischio licenziamento 11mila docenti

Una norma contenuta nel maxi-emendamento della legge di stabilità potrebbe portare al taglio di 11mila posti di lavoro: la legge prevede, infatti, la “messa in disponibilità” dei docenti di ruolo attualmente senza cattedra.
A cura di Susanna Picone
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Le conseguenze della legge di stabilità: a rischio licenziamento 11mila docenti

Ancora cattive notizie per la scuola e per i suoi dipendenti. Dal prossimo anno anche il personale in esubero delle scuole potrà essere messo in mobilità per due anni: a rischio licenziamento ci sono quasi 11mila docenti che nell’anno in corso sono rimasti privi di una cattedra.

Il provvedimento che sta già facendo discutere è contenuto nel decreto legge sul maxiemendamento della legge di stabilità approvata lo scorso sabato prima delle dimissioni di Silvio Berlusconi, un provvedimento che parla chiaro: al Paese è richiesto uno sforzo per superare la crisi e probabilmente i primi che saranno costretti a sostenere il sacrificio saranno gli insegnanti di ruolo attualmente senza cattedra. Chi, infatti, al termine del biennio non sarà ricollocato professionalmente, anche in altri comparti pubblici, non percepirà più lo stipendio: una novità che riguarda docenti e personale Ata che sino ad oggi potevano trovare una collocazione restando a disposizione dei dirigenti scolastici, anche se in assenza di posti liberi per il loro profilo professionale specifico.

La procedura prevista dal maxi-emendamento indica che dal primo settembre questo personale in esubero (di pubblico impiego, scuola e università) potrà essere posto in mobilità territoriale, anche intercompartimentale e quindi la prospettiva è quella della mobilità forzosa in altre scuole, in altre province o forse anche fuori regione.

Sono oltre 8mila gli insegnanti senza cattedra della scuola superiore, quelli quindi che dovranno preoccuparsi maggiormente della nuova prospettiva, poi c’è la scuola primaria che conta poco più di mille esuberi e infine i docenti della scuola media con 700 esuberi.

La situazione ha registrato le proteste dei sindacati che sono arrivate puntuali: in particolar modo è intervenuto sulla questione il presidente Anief Marcello Pacifico, secondo il quale se si decide di introdurre la logica del privato nella pubblica amministrazione allora “dovremmo prima rimuovere i ministri, i direttori generali, i dirigenti scolastici che non hanno reso efficiente il sistema scolastico, prima di infierire sui professionisti della scuola: ricorreremo alla magistratura, unico baluardo del diritto di fronte alla mortificazione del lavoro”.

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