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Le barrette Kinder fanno infuriare Pegida: sulle confezioni ci sono anche bimbi neri

Alcuni militanti del movimento xenofobo e anti-islamico tedesco non hanno apprezzato l’idea della Ferrero per gli Europei di impreziosire le confezioni delle barrette di cioccolato con le foto di diversi bambini, alcuni di colore. Ma si tratta dei calciatori della nazionale tedesca da bambini.
A cura di Susanna Picone
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La Ferrero, in occasione dei prossimi Europei di calcio 2016, ha deciso di cambiare le confezioni delle note barrette di cioccolato Kinder con le foto dei calciatori della nazionale tedesca da bambini. Un’idea che non è però piaciuta a diversi militanti di Pegida, movimento xenofobo e anti-islamico tedesco, e che sta scatenando molte polemiche in rete. Il motivo delle proteste del movimento è che nella selezione di bambini scelti dall’azienda non tutti sono biondi o con gli occhi azzurri (come appunto lo “storico” bambino kinder), ma qualcuno ha la pelle nera e presenta tratti non europei. Questo perché l’azienda ha appunto scelto di impreziosire le confezioni di cioccolato con le foto dei calciatori della nazionale tedesca da bambini, compresi dunque Jérome Boateng e Ilkay Guendogan, che biondi non sono. Il primo infatti è di origine ghanese, il secondo turca.

Diversi militanti hanno così iniziato a inveire sulla pagina Facebook del movimento e a chiedersi se comprare o meno le barrette di cioccolato della Ferrero. Qualcuno ha fatto ironia (“Sono forse foto segnaletiche di futuri terroristi?”, è uno dei commenti apparsi su Facebook), qualcun altro ha parlato di uno scherzo, altri ancora hanno colto l'occasione per diffondere messaggi d'odio, stigmatizzando la scelta dell'azienda italiana. Ferrero evidentemente non aveva fatto i conti con una simile reazione al suo prodotto per gli Europei e sulla sua pagina Facebook la KinderSchokolade ha preso le distanze in modo esplicito da qualsiasi forma di razzismo o discriminazione: “Ci distanziamo espressamente da ogni forma di odio razziale o discriminazione”, si legge sul social network, “e non le accettiamo né le tolleriamo neppure nella nostra comunità di Facebook”.

Il commento di Ferrero.
Il commento di Ferrero.
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