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Lavoro, ora i contratti a tempo indeterminato costano meno di quelli precari

Le stime della Uil su un lavoratore medio assunto con una retribuzione di 22 mila euro lordi all’anno.
A cura di Antonio Palma
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Con l'introduzione delle nuove norme in materia di lavoro nel Jobs Act e l'approvazione degli sgravi per le assunzioni nella legge di stabilità 2015, dal prossimo anno dal punto di vista economico alle imprese costerà meno assumere a tempo indeterminato rispetto ad un contratto a tempo determinato e ad un co.co.pro. Sono questi infatti i risultati di un'elaborazione fatta dalla Uil servizio politiche territoriali, prendendo in considerazione un lavoratore medio con uno stipendio lordo annuo di 22mila euro (1.692 euro mensili lordi). A parità di stipendio, infatti, il nuovo contratto a tutele crescenti sarà molto meno costoso per i datori di lavoro rispetto a forme precarie come il tempo determinato e il co. co. pro. A vantaggio del primo infatti ci sono gli sgravi contributivi Inps che consistono in un abbattimento totale dei contributi a carico dei datori di lavoro per 3 anni per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato di un lavoratore disoccupato da sei mesi, e il completo scorporo del costo del lavoro dall'imponibile Irap.

Il calcolo sui contratti

Secondo lo studio Uil, quindi, con uno stipendio lordo di 22 mila euro, le aziende dovrebbero sborsare 31.790 euro, ma con gli sconti si scenderà a 23.453 euro con un abbattimento dei costi del 26,2 per cento. Al contrario per il tempo determinato non ci sarà alcuno sconto quindi il costo di questo lavoratore sarà di 32.098 euro cioè del 36,9 per cento in più di un contratto a tutele crescenti. Anche per quanto riguarda il co.co.pro., si arriverà ad un costo del 22 per cento superiore al contratto a tempo indeterminato.

Incrocio pericoloso tra licenziamento facile e sconti alle imprese

L'altra faccia di questa situazione però è la maggiore flessibilità nei licenziamenti, che arriverà a breve con i decreti attuativi del Jobs act. Con questi infatti anche nei casi di illegittimità del licenziamento si prevede il solo risarcimento economico. Una situazione pericolosa secondo la Uil perché un’azienda che assume il prossimo anno un lavoratore e lo licenzia  subito a fine anno potrebbe comunque ricevere alcune migliaia di euro tramite gli incentivi che salirebbero ulteriormente se lo licenzia dopo tre anni.

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