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Lavoro, Istat: “Frena l’occupazione, mentre la disoccupazione resta stabile all’11,6%”

Nel terzo trimestre del 2016 gli occupati sono diminuti di 4.000 unità, con un meno 0,1% rispetto al secondo trimestre, mentre sono cresciuti di 239.0000 unità sullo stesso periodo del 2015. Il calo congiunturale, secondo l’istituto di statistica, è stato trainato dal lavoro indipendente (diminuito di 80 mila unità, meno 1,5%). Dall’altro lato, i lavoratori dipendenti continuano a crescere.
A cura di C. T.
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Dopo cinque trimestri consecutivi di crescita, frena l'occupazione. Secondo l'ultima rilevazione dell'Istat, nel terzo trimestre del 2016 gli occupati sono diminuti di 4.000 unità, registrando un meno 0,1% rispetto al secondo trimestre, mentre sono cresciuti di 239.0000 unità sullo stesso periodo del 2015. Il calo congiunturale, secondo l'istituto di statistica, è stato trainato dal lavoro indipendente (diminuito di 80 mila unità, meno 1,5%). Dall'altro lato, i lavoratori dipendenti continuano a crescere, con 66.000 unità in più, lo 0,4%. L’aumento tendenziale riguarda in maggior misura le donne (+189.000 unità in un anno), ed è concentrata esclusivamente tra gli over cinquantenni.

Il tasso di disoccupazione, spiega l'Istat, "rimane stabile per il quarto trimestre consecutivo" all'11,6% in confronto al trimestre precedente, mentre aumenta di 0,4 punti rispetto allo stesso trimestre del 2015, con una crescita tendenziale di 132 mila disoccupati". Diminuisce per il terzo trimestre consecutivo il numero degli inattivi di quindici-sessantaquattro anni (-528 mila in un anno) e il corrispondente tasso di inattività. "Nel confronto tendenziale, la diminuzione dell'inattività è diffusa per genere, territorio, classe di età e riguarda sia quanti vogliono lavorare (-212 mila le forze di lavoro potenziali, soprattutto tra le donne) sia la componente più distante dal mercato del lavoro (-316 mila chi non cerca e non è disponibile)", scrive l'Istat.

Per quanto riguarda la condizione delle persone nel mercato del lavoro si assiste nel complesso "a un maggiore ingresso nell'occupazione dei disoccupati, soprattutto tra i 35 e i 49 anni, degli individui con basso livello di istruzione, e nel Centro-nord; in misura più contenuta crescono anche le transizioni dallo stato di inattività verso l'occupazione e la disoccupazione". Per le imprese "si confermano i segnali di crescita congiunturale della domanda di lavoro", con un aumento delle posizioni lavorative dipendenti pari allo 0,6% sul trimestre precedente, e una lieve riduzione delle ore lavorate per dipendente (-0,3%). Diminuisce, inoltre, ancora il ricorso alla Cassa integrazione. L'aumento delle posizioni lavorative è "sintesi della stabilità dell'industria in senso stretto e dell'incremento dei servizi; il tasso dei posti vacanti aumenta di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali mentre è stabile su base annua".

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