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Lavoro, è irregolare più di un’azienda su due

Il Ministero evidenzia come nel 2013 sono state ispezionate nel complesso 235.122 aziende (il 15% delle imprese con dipendenti) e ne sono risultate irregolari 152.314, il 64,8% del totale.
A cura di Biagio Chiariello
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Su oltre 235 mila società controllate nel 2013, 152 mila sono risultate irregolari, ben il 65%. Lo rileva il ministero del Lavoro, evidenziando una crescita di illeciti rispetto all’anno precedente del 2% "a conferma di una più attenta capacità di selezione preventiva" dei controlli.  In realtà il numero dei lavoratori irregolari scoperti è stato assai più basso rispetto al 2012: -19%, con un totale di circa 239 mila persone con contratti irregolari. Numeri che però devono tener conto della crisi, che ha ridotto fortemente il numero dei lavoratori, dipendenti e non, all’interno delle aziende. I lavoratori totalmente in nero sono stati oltre 86 mila, il 19% in meno rispetto al 2012. Una flessione che, chiarisce il ministero, è direttamente legato alla crisi occupazionale, che si riflette anche sui fenomeni patologici legati alla gestione del rapporto di lavoro, anche se il fenomeno del lavoro sommerso, a dispetto dell’impegno degli ispettori, è ancora un problema rilevante nel sistema economico italiano. L’ammontare dei contributi e dei premi evasi, oggetto di recupero da parte del personale ispettivo nel corso dell’anno 2013, è stato invece pari ad circa 1,4 miliardi di euro, con una flessione pari al 13% rispetto al 2012.

Per quanto riguarda il 2014 – sottolinea il ministero – ci saranno almeno 230.000 verifiche (135.000 da parte del Ministero del lavoro, circa 25.000 da parte dell'Inail e circa 70.000 dall'Inps). "La programmazione prevede una specifica articolazione sul livello regionale che declina, nei singoli contesti, i fenomeni di maggiore criticità legati alle caratteristiche economiche di ciascun territorio" precisa il dicastero, che  poi sottolinea la necessità di "reingegnerizzazione" del sistema complessivo della vigilanza, da orientare verso due obiettivi: l'interazione fra le banche dati disponibili e la possibilità di avere accesso in tempo reale a tali dati da parte del personale ispettivo. Su questa linea di intervento già sono stati rinnovati gli accordi di collaborazione tra Ministero del lavoro, Inps, Inail e Agenzia delle Entrate: "l'obiettivo che si intende perseguire nel 2014 – si legge nella nota –  è quello di utilizzare tali informazioni in chiave non solo gestionale, ma anche e soprattutto di intelligence, per l'individuazione, a monte dei processi ispettivi, di quegli indicatori di rischio necessari per meglio orientare l'attività di verifica". Il ministero evidenzia pure l'importanza dell'istituzione di "uno specifico filone di controllo sulla legittimità circa l'utilizzo delle risorse pubbliche con finalità assistenziali. In particolare – si legge nella nota – va attentamente monitorato il fenomeno delle cig in deroga e, a tal fine, sono programmati almeno 5.000 interventi su tutto il territorio nazionale".

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