144 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Laurearsi in storia della canzone napoletana? Da oggi è possibile, alla Federico II

Da quest’anno alla Federico II sarà possibile iscriversi al nuovo corso di laurea magistrale in “Discipline della musica e dello spettacolo”. E magari chissà, laurearsi con una tesi sulla canzone popolare napoletana.
A cura di Federica D'Alfonso
144 CONDIVISIONI
L'Università Federico II di Napoli
L'Università Federico II di Napoli

Da quest'anno sarà possibile diventare “Dottore in canzone napoletana”. Ebbene si: è questa la novità introdotta a partire dall'anno accademico 2016/2017 per tutti gli studenti dell'Università Federico II di Napoli. Un corso di laurea innovativo, ma che guarda indietro alla grande tradizione culturale popolare partenopea: il corso è quello di “Discipline della Musica e dello Spettacolo”, appartenente al Dipartimento di Studi Umanistici dell'ateneo. E per presentare la novità accademica, non poteva mancare un grande concerto, che ha riscosso molto successo, dedicato proprio alla canzone napoletana.

A scuola di teatro, musica e cinema

Il nuovo corso di studi intende formare figure professionali specializzate nella storia della musica, del teatro e del cinema occidentali, offrendo agli studenti la possibilità di analizzare ad un livello avanzato discipline quali la musicologia, la drammaturgia musicale e l’etnomusicologia: quale città se non Napoli è meglio preparata ad affrontare, grazie al suo patrimonio storico e culturale inestimabile, una sfida di questo genere?

Agli studenti sarà offerta non soltanto una preparazione teorica di alto livello: ma anche possibilità di ricerca e studio sul campo, grazie alle collaborazioni attivate con l'Accademia di Belle arti di Napoli, il Conservatorio "san Pietro a Majella", il Teatro san Carlo, il Teatro stabile Mercadante, il centro di produzione RAI e la Cineteca di Bologna.

Il coordinatore del nuovo indirizzo umanistico, Giancarlo Alfano, già docente di letteratura italiana, ha illustrato con orgoglio il nuovo progetto d'ateneo, chiarendo anche la preoccupazione più grande di chi oggi si trova a compiere una scelta universitaria: quali sbocchi lavorativi può avere? “Molti. Ad esempio abbiamo già fatto un accordo con la Cineteca di Bologna e altre strutture che hanno il compito di archiviare, salvaguardare e tramandare ciò che sono le testimonianze culturali della nostra tradizione. E poi ci sono i teatri, il cinema, i Beni culturali”.

Tammurriata nera nel programma d'esame?

Una delle novità più interessanti del nuovo corso di laurea in Musica e Spettacolo è senz'altro l'insegnamento di una materia affascinante: l'etnomusicologia. A cavallo fra musicologia ed etnologia, questa disciplina studia le tradizioni musicali orali di tutti i popoli del mondo. Una scelta profondamente apprezzabile in una città come Napoli, che vanta uno dei conservatori musicali più antichi e importanti d'Europa ma che vive anche, parallelamente, l'esperienza di una cultura popolare conosciuta e amata in tutto il mondo.

Canzoni popolari come la celeberrima “Tammurriata nera” potranno essere “insegnate” e studiate all'università: una canzone, scritta nel 1944, che affonda le sue radici e trae linfa vitale dalla storia di Napoli e dalla sua forte tradizione orale, potrebbe essere da quest'anno materia d'esame, e come questa, tante altre. A testimonianza di ciò, il magnifico concerto, tenutosi giovedì 20 ottobre nella chiesa dei santi Marcellino e Festo: una serata all'insegna della canzone napoletana, organizzata dall'Ateneo per inaugurare il nuovo programma di studi. Nel suggestivo scenario della cinquecentesca chiesa si sono esibiti Emanuela Loffredo, Brunella Selo, Franco Castiglia, Antonio Murro, Francesco Matrone e Maurizio Pica, riportando alla memoria dei presenti, fra cui il direttore d'Ateneo e il nuovo responsabile del corso, Giancarlo Alfano, lo splendore e l'importanza culturale della musica partenopea. Lo stesso Alfano ha spiegato, durante la serata:

Questo corso nasce da una esigenza della Federico II di cancellare una lacuna, come dire, didattica. Inoltre all’interno del dipartimento c’è un enorme interesse da parte degli studenti per la materia e infine mi sembra giusto che una delle tradizioni più importanti della nostra cultura venga studiata, curata, tramandata.

144 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views