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Laura, sopravvissuta alla strage del bus Erasmus: “Io viva grazie alla mia migliore amica”

Laura Ferrari, 23enne di Modena, viaggiava sul pullman della morte in Spagna dove hanno perso la vita 13 persone, incluse 7 studentesse italiane in Erasmus. È ancora in ospedale ma ora, finalmente, sta meglio.
A cura di Susanna Picone
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La prima cosa che ricorda Laura Ferrari, ventitreenne di Modena sopravvissuta a quella che ormai viene chiamata la strage Erasmus, è di essersi svegliata per il brusco cambio di velocità. “Quello è il primo frammento nella memoria. E subito dopo i colpi in testa”, racconta la giovane italiana al quotidiano Repubblica. Laura è rimasta ferita gravemente in quell’incidente in cui sono morte tredici persone, tra cui sette ragazze italiane in Erasmus. Anche lei, come tanti altri giovani della sua età, la mattina del 20 marzo stava tornando a Barcellona dopo una serata a Valencia. “Vedevo gente volare da una parte all'altra del pullman. Letteralmente. Era impressionante, anche perché non riuscivo a sentire le grida, solo quei colpi in testa che mi arrivavano da tutte le parti. Ho provato ad aggrapparmi a qualcosa, a qualcuno. Ma è stato impossibile, non riuscivo a trovare un appiglio, un pezzo di qualcosa, non ci riuscivo proprio”, racconta adesso la ragazza. Ha detto di essersi ritrovata incastrata “tra morti e lamiere”, di vedere le persone accanto a lei sotto shock. “Ricordo anche di persone passate di fianco a me che dicevano che ero spacciata”, così ancora la studentessa, poi aiutata da Elise, una ragazza belga sua migliore amica di Barcellona.

“Voglio evitare incidenti come il mio” – “Prima mi ha aiutato a liberarmi e poi ha provato a tamponarmi le ferite, perché perdevo sangue in tutto il corpo. Non so davvero dire quanti litri ho perso, so però che nei giorni successivi in ospedale me ne hanno trasfusi tre”, ha continuato Laura, che ha detto di ricordare anche l’aiuto di una ragazza finlandese “che mi ha abbracciato da dietro tenendomi sveglia e ferma”. A quel punto è arrivata un’ambulanza. Laura è stata operata per tredici ore ed è rimasta in coma farmacologico per dieci giorni. Attualmente è ancora in ospedale, ma sta meglio e ha detto di sperare di poter tornare a Barcellona per finire la sua tesi. E pensando al suo futuro dice di vederlo come un impegno: “Quello che prenderò perché si possano evitare, per quanto possibile, incidenti come quello che è accaduto a me. Mi piacerebbe mettere in campo un'opera di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, magari con l'aiuto degli amici, di chi mi sta intorno, di chi come me è sopravvissuta a quella notte”.

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