11 CONDIVISIONI

Lascia il figlio di 7 mesi solo in stazione. I giudici. “No adozione, la mamma era in difficoltà”

I fatti risalgono a cinque anni fa quando una giovane donna di origine sudamericana, con alle spalle una drammatica storia di violenza e disagio con una sfortunata relazione con un un italiano a L’Aquila, ha lasciato per pochi minuti il figlioletto da sola in stazione a Pescara.
A cura di Biagio Chiariello
11 CONDIVISIONI
Immagine

 Non si può togliere un bambino di sette mesi ad una madre che, per una sola volta, in una situazione di grave difficoltà economica e psicologica lo ha lasciato momentaneamente da solo in stazione. Lo sottolinea la Cassazione che ha accolto il ricorso della donna, una giovane di origini sudamericane che ora vive a L’Aquila. Nel 2012, la ragazza ha avuto un figlio da un italiano. Ma in breve tempo il rapporto è degenerato in una situazione di violenza e disagio. Dopo la fine della storia, il bebè era rimasto alla mamma in difficoltà economica e psicologica sebbene aiutata dai familiari. Dopo la segnalazione della polizia ferroviaria “di un grave comportamento abbandonico in danno del minore che era stato ritrovato piangente nella carrozzina, nella stazione di Pescara, per un momentaneo allontanamento della madre ed erano state riscontrate infiammazioni da scorretto uso del pannolino”. A quel punto era scatta la denuncia per la giovane mamma e la decisione dei giudici di dare in affidamento il piccolo con la possibilità di fargli visita una volta a settimana, a condizione che ci fosse anche il padre del bimbo con i suoi genitori.

Contro l'adottabilità decisa dai giudici de L'Aquila, la mamma si è rivolta alla Cassazione sostenendo che era stata penalizzata "dal fattore socio economico" e che i servizi sociali non avevano svolto "alcun ruolo proattivo teso a verificare la possibilità del reinserimento del minore nella sua famiglia di origine". E la Suprema Corte le ha dato ragione mettendo in dubbio "la reale necessità e proporzionalità di un intervento così grave e invasivo come quello posto in essere con il prelievo forzato" del piccolo. Una misura del genere – conclude la Cassazione rinviando il caso in Corte di Appello – non può essere "basata esclusivamente sull'episodio abbandonico, senza un necessario inquadramento della condotta della madre nel contesto della sua situazione esistenziale del momento e senza che a tale intervento di urgenza sia stata ricollegata quella necessaria predisposizione di misure di verifica e di sostegno alla possibilità di recupero della funzione genitoriale".

11 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views