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Lascia eredità da un milione alla scienziata Elena Cattaneo: “Lo usi per la ricerca”

Franco Fiorini, bancario, ha nominato la luminare della ricerca sulle staminali erede universale. L’uomo si era ammalato di poliomielite poco prima della diffusione del vaccino ed è scomparso il 21 maggio scorso.
A cura di B. C.
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Qualche giorno fa Elena Cattaneo, senatrice a vita, luminare della ricerca sulle staminali, si è vista recapitare un’insolita comunicazione tramite atto notarile. La busta conteneva le ultima volontà del signor Franco Fiorini: "Lascio ogni mio avere, beni mobili e immobili, alla dottoressa Elena Cattaneo, senatrice a vita, perché li destini come meglio crede alla ricerca scientifica". Una scelta insolita quella del signor Fiorini, come evidenzia Repubblica. In genere si opta per una persona cara, un parente o qualcuno con cui si è vissuto gli ultimi anni di vita. Non è detto però che la scelta dell’erede non vada a ricadere su una persona di cui si ha tanto stima. E forse questo è stato il motivo che ha spinto quel bancario di Molinella, pianura bolognese, scomparso il 21 maggio scorso dopo avere convissuto per 64 anni con la malattia, a devolvere il suo patrimonio, denaro, titoli, alcuni immobili, per un valore di più di un milione di euro, a quella scienziata mai conosciuta di persona. “Pensavo a uno scherzo, ho controllato se esisteva davvero il notaio che mi ha scritto” dice la Cattaneo. Franco Fiorini era una persona abbastanza solitaria, ma sempre aggiornato sulle notizie via internet ed è così, ipotizzano in molti, che si è imbattuto nel lavoro della scienziata.

Di Fiorini ha parlato così il suo avvocato Paolo Ghedini : “La sua è stata una vita di affetti, i genitori lo hanno accudito, protetto, magari un po’ chiuso in una campana di vetro. Il padre lo portava tutti i giorni a lezione, e poi al lavoro, issandolo con le sue braccia, finché ha potuto. Discutevamo di politica, di libri, neppure a me aveva detto nulla della sua idea. Non parlava mai della sua malattia, non ha mai imprecato contro il destino che lo ha fatto nascere qualche anno troppo presto. Era una persona serena“. Una vita di sofferenza conclusa con la decisione di donare i propri averi a chi ha combattuto quel nemico invisibile. "Ma Franco", osserva la Cattaneo, "non ha legato il suo lascito alla sua malattia. Il suo gesto non sembra una rivincita, né un risarcimento simbolico… Immagino un uomo che riconosce nella sofferenza degli altri il suo stesso bisogno e pensa che nel mondo ci sia necessità di più studio, di più sapere. Ha ragionato come spesso la politica non sa fare. Ha scommesso sulla libertà e sulla responsabilità della ricerca scientifica".

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