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Ladro chiede scusa 36 anni dopo. La vittima del furto ora lo cerca: “Voglio offrirgli da bere”

Qualche giorno fa Alberto Lorenzon, un pensionato veneto, ha aperto una busta e all’interno ci ha trovato un assegno da 100 euro. C’era anche una lettera di scusa da parte di quel ladro che negli anni gli aveva rubato l’autoradio a Bassano del Grappa.
A cura di Biagio Chiariello
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Lorenzo Alberton
Lorenzo Alberton

Giovanni Tessarolo, 55enne di Bassano del Grappa, ha un passato criminale alle spalle. Negli anni Settanta, quando era poco più che una adolescente, complice anche e soprattutto la tossicodipendenza, si è macchiato di una lunga serie di furti con l’obiettivo di procurarsi la dose quotidiana. Sono passati tanti anni (36, per la precisione) e ora Tessarolo ha deciso di chiedere scusa per il male che ha fatto. Non solo a parole. Pochi giorni fa, un signore di Cassola, Lorenzo Alberton, si è visto recapitare una raccomandata con ricevuta di ritorno. “Scrivo la presente in merito al furto dell’autoradio posta all’interno dell’autovettura di sua proprietà” si legge nella lettera “episodio per il quale sono stato prima arrestato, poi condannato alla pena di mesi tre di reclusione e al pagamento di lire 30mila di multa, oltre al pagamento delle spese processuali”.

Era infatti il 16 marzo del 1981 e Alberton si trovava all’ospedale del comune vicentino per far visita alla moglie che aveva appena dato alla luce la loro secondogenita. All’uscita scoprì che qualcuno gli aveva rubato l’autoradio. Sporse denuncia ma purtroppo le forze dell’ordine non riuscirono a risalire all’autore del furto. Con il passare degli anni, l’uomo si è dimenticato quasi completamente di quella storia. Poi, qualche giorno il ricordo è riaffiorato con quella missiva di scusa da parte del ladruncolo. “Da anni – prosegue la lettera – vivo e lavoro regolarmente nel Bellunese e ho deciso di intraprendere un percorso di riabilitazione. Vorrei pertanto scusarmi per la condotta posta in essere all’epoca dei fatti e sono pronto, quale piccola azione riparatoria, a corrispondere una somma pari a euro 100”. E infatti, come scrive Il Corriere del Veneto, la busta contiene un assegno. A firmarlo è stato Giovanni Tessarolo. Quel gesto ha colpito profondamente Alberton che in questi giorni si è rivolto a giornali e tivù con un obiettivo: “Voglio stringergli la mano, usare il denaro che mi ha spedito per trascorrere del tempo con lui, parlargli e offrirgli da bere”.

Contattato dal Corriere del Veneto, Tessarolo ha deciso di parlare del suo passato e del presente, purché non vengano pubblicate sue foto. “Cominciai drogarmi quando avevo 17 anni. Non persi tempo con la marijuana e passai direttamente all’eroina. Lo facevano i miei amici e io, come uno stupido, mi adeguai”. La tossicodipendenza lo costringe ai furti. “Rubavamo autoradio perché si rivendevano facilmente. Ma la nostra specialità erano i furti nei negozi: scoprimmo che, durante la pausa pranzo, molti commercianti dimenticavano di chiudere a chiave la porta sul retro. Entravamo da lì e facevamo razzia” continua il dipendente pubblico e oggi attivista del Movimento 5 Stelle. Il 55enne spiega di aver scritto non una, ma ben quattro lettere di scuse, con tanto di assegno, alle sue vittime. Ma ammette: “I miei furti furono molti di più ma è stato possibile risalire solo all’identità di quelle quattro persone, tra il Bassanese e Jesolo. Le ricerche sono state svolte dal mio avvocato, che ha spedito le raccomandate. Due dei destinatari, nel frattempo sono deceduti e finora l’unico a essersi esposto pubblicamente è quel signore di Cassola. Sarei felice di incontrarlo”.

E chiarisce anche che l’idea delle lettere nasce anche dall’esigenza di chiudere definitivamente con il passato. “Tra poche settimane un magistrato dovrà decidere se accogliere la richiesta di cancellare i reati dal mio certificato penale, visto che sono trascorsi oltre trent’anni. Tra le condizioni poste dalla Legge, c’è che il pregiudicato abbia riparato al danno. Per questo motivo, assieme ai messaggi di scuse ho spedito anche gli assegni: spero bastino per far capire a tutti, tribunale compreso, che oggi sono una persona onesta, un uomo completamente diverso dal ragazzino di allora”.

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