La Thatcher segreta: voleva mandare l’esercito contro i minatori in sciopero
Nel 1984 Margaret Thatcher andò 120 volte dal parrucchiere. E' uno dei tanti particolari contenuti nei documenti segreti dell'Archivio nazionale, in Gran Bretagna, resi pubblici solo oggi, in base alla legge che ne permette la pubblicazione dopo trent’anni. Ve ne sono anche altri più interessanti, ovviamente. Come il falso attentato alla residenza dell'ambasciatore francese; la mancata pressione per la liberazione di Mandela, nella prima riunione ufficiale con l’allora primo ministro sudafricano; lo sciopero dei minatori.
L'esercito contro i minatori – Era il 1984 e l'allora premier britannico “valutò la possibilità di dichiarare lo stato di emergenza e di utilizzare l’esercito durante lo sciopero dei minatori″, al contrario di quanto ufficialmente dichiarato. L'obiettivo era quello di prelevare il carbone necessario per il Paese sull’orlo della crisi energetica. Diverse volte, inoltre, emerge che la paura del governo di dover soccombere ai minatori. “Di fronte al rischio di un black-out generalizzato, venne anche valutato un provvedimento alternativo, ovvero la settimana lavorativa di tre giorni”, riferisce il Daily Mail. L’idea dello stato di emergenza “venne scartata sulla base del fatto che avrebbe causato il panico nella popolazione”, secondo quanto riferisce il quotidiano britannico. Dai documenti emergono però tutti i timori della Lady di Ferro in quel periodo. Nell'ottobre di quell'anno fu infatti stilata una lista delle "opzioni da scenario peggiore", che includevano"interventi-estremi", redatta di fronte al rischio dell'esaurimento delle scorte energetiche.
Il falso attentato a Mitterand – Tra i file finora secretati c’è poi la rabbia di Downing Street per il falso attentato a François Mitterand: siamo sempre nell’ottobre del 1984, il giorno prima della visita in Regno Unito dell’allora presidente francese: un addetto alla sicurezza sistema nella residenza dell’ambasciatore francese due pacchi bomba per mettere alla prova l’efficienza di Scotland Yard. La Thatcher non la prese bene, anche perché fu concreto il rischio di incidente diplomatica con Parigi che si rifiutò di chiedere scusa. Un avvenimento "inspiegabile ed inaccettabile" si legge nei documenti, ed i ministri chiesero delle garanzie che quanto successo non si sarebbe più ripetuto.
Nessuna pressione per Mandela – Un altro particolare reso noto solo oggi, risale al giugno di trent’anni fa: prima riunione ufficiale tra l’allora primo ministro sudafricano Pw Botha e la Thatcher con quest’ultima che dimostro una malcelata indifferenza per le sorti di Nelson Mandela, in quegli anni imprigionato e condannato all’ergastolo. In un faccia a faccia durato 4 ore, la Lady di Ferro non parlò minimamente di "Madiba", nonostante, secondo le sue note personali, ne avesse discusso in una precedente udienza non ufficiale durata 40 minuti.