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La tavola degli italiani a Pasqua: i piatti più popolari sono agnello e colomba

Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè gli italiani spenderanno quanto l’anno scorso per imbandire la tavola. Si andrà meno al ristorante, mentre negli agriturismi si riverseranno in 300.000.
A cura di Redazione
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La colomba è il dolce più acquistato.
La colomba è il dolce più acquistato.

Rispetto al 2014 si andrà meno al ristorante, ma comunque non si rinuncerà alla festa. Secondo un'indagine di Coldiretti/Ixè per le feste pasquali gli italiani spenderanno esattamente quanto speso l'anno scorso per imbandire la tavola: 60 euro. Non mancherà l'agnello che sarà presenta sulla tavola della maggior parte degli italiani (il 51%) e per il cui controllo di qualità è la prima Pasqua che viene applicato il nuovo Regolamento che impone l’indicazione del paese di origine o del luogo di provenienza. E' a casa – la propria, quella di familiari o amici – che si consumerà il pasto principale della festa (85%), mentre in trecentomila si riverseranno a Pasqua negli agriturismi. Insomma, "casa dolce casa" ma le tradizionali gite fuori porta non mancheranno, ragion per cui attenzioni alle indicazioni dell'Anas sulle condizioni del traffico.

Sulle tavole non mancheranno di certo i dolci, che l'Italia produce con abbondanza e creatività secondo tradizioni regionali. Fatte salve le produzioni locali, il dolce che sarà presente a livello nazionale, sei tavole su dieci – e che dunque sarà quello più consumato -, risulta essere la colomba, che scalza dal primo posto l'uovo di cioccolato. Quest'ultimo non sarà certo prerogativa esclusiva dei più piccini, dato che lo troveremo sul 51% delle tavole italiane. Piacere personale e voglia di risparmiare indurranno comunque a riscoprire le ricette tradizionali e a cucinarle in casa: un sapore che interesserà il 46% delle famiglie.

Come precisa Coldiretti, la corsa agli agriturismi, la cucina domestica e il regolamento che impone l'indicazione del paese d'origine della carne sono tutti elementi che contribuiscono a dare a questa Pasqua un sapore estremamente "familiare", all'insegna cioè di un consumo che valorizzi soprattutto la produzione italiana. A tale proposito, avverte ancora la confederazione dei coltivatori diretti, per essere certi che la carne sia italiana al 100% bisogna scegliere quella sulla cui confezione appare la scritta "origine Italia". Solo questa etichettatura, infatti, assicura che tutti i processi siano stati svolti sul territorio nazionale, dalla nascita all’allevamento fino alla macellazione. Viceversa è probabile che le carni vengano dall'Ungheria e dalla Romania, che sono i maggiori paesi da cui importiamo carne d'agnello.

[Foto da Flickr]

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