La storia di Geraldine, morta “into the wild”. Il corpo e il diario trovati dopo 2 anni
Quella di Geraldine Largay, 66enne del Tennessee, è una storia che ricorda quella più nota di Chris McCandless, il protagonista del romanzo “Nelle terre estreme” e del film “Into the wild”. Geraldine, sposata a con una figlia, nel 2013 era partita insieme alla sua amica Jane per percorrere il sentiero degli Appalachi, uno dei percorsi escursionistici più noti degli Stati Uniti. A un certo punto Jane aveva deciso di fermarsi, mentre lei aveva scelto di proseguire da sola. Il racconto di quello che le è accaduto quando è rimasta sola è nei messaggi trovati sul suo cellulare e nel suo diario. “Quando troverete il mio corpo, chiamate mio marito George e mia figlia Kerry. Sarà una cortesia nei loro confronti fargli sapere che sono morta e dove possono trovarmi. Non importa quanti anni saranno passati. Consegnate loro il contenuto di questa borsa”: questo uno degli ultimi messaggi lasciati da Geraldine, che è stata ritrovata quasi due anni dopo la sua scomparsa. Per settimane, dopo che il marito ha lanciato l’allarme non vedendola arrivare all’appuntamento concordato, l’hanno cercata disperatamente.
Nel cellulare e nel diario la speranza di essere soccorsa – Nel suo diario la donna ha spiegato di essersi persa (“Non aveva un buon senso dell’orientamento”, ha raccontato l’amica) e nei messaggi chiedeva aiuto al marito. Quei messaggi però all’uomo non sono mai arrivati: in quella zona tra le montagne non c’era abbastanza segnale. “Mi sono persa da ieri – così scriveva in uno dei diversi sms mai arrivati al marito – chiama la polizia per capire cosa fare”. “Sono molto preoccupata – scriveva in un altro messaggio – Ho lasciato il sentiero per andare in bagno, e mi sono persa. Chiedi all’Appalachian Mountain Club se c’è qualcuno che può aiutarmi. Sono da qualche parte a nord della strada tra i boschi”. Geraldine, accampata in un punto impossibile da vedere dall’alto, ha combattuto per circa un mese e alla fine è morta di stenti. Accanto al suo cadavere, ritrovato nell’ottobre del 2015 nel suo sacco a pelo in una tenda che aveva tenuto in ordine, c’era una bottiglia d’acqua ancora piena. E i soccorritori, che avrebbero detto di essere arrivati più volte a poca distanza da lei, hanno ritrovato anche la borsa della donna con il cellulare e un’agendina su cui aveva raccontato il suo viaggio. È grazie a quell’agendina e al cellulare se oggi conosciamo la fine della storia di Geraldine.