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La storia dei soldi degli italiani “spesi” per il golf, spiegata a chi è giustamente incazzato

Cos’è questa storia di 97 milioni di euro di soldi pubblici al golf, raccontata in breve e dall’inizio: ovvero dai 60 milioni di euro che abbiamo già dato per la Ryder Cup.
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Niente da fare, per ora, per l'emendamento sulla Ryder Cup di golf. A mettersi di traverso, il Presidente del Senato Pietro Grasso, che ha giudicato inammissibile inserire la norma a garanzia della Ryder Cup nel decreto "salva banche". Si trattava, in effetti, di una norma che avrebbe permesso al Credito sportivo di mettere a disposizione fino a 97 milioni di euro come garanzia per la Ryder Cup, una manifestazione di golf che dovrebbe tenersi a Roma nel 2022. Il decreto in discussione trattava "anche" della regolamentazione dell’Istituto per il Credito Sportivo, ristabilendo i criteri delle modalità di finanziamento, ragion per cui la Commissione Finanze aveva ammesso e poi approvato l'emendamento.

Emendamento Ryder Cup che è stato invece giudicato inammissibile da Grasso. Si trattava del 26.0.25, che emendava l’articolo 26-bis del decreto, aggiungendo i seguenti commi:

”12-bis. Il Fondo può altresì rilasciare garanzie e/o controgaranzie nell’interesse del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), del Comitato italiano paralimpico (CIP), di Coni Servizi S.p.A. e delle federazioni sportive nazionali (FSN) a favore di organismi organizzatori di manifestazioni sportive o, nel caso di controgaranzia, a favore di un istituto di credito garante, per attività finalizzate allo svolgimento di competizioni internazionali di rilevante interesse pubblico, che prevedano altresì stanziamenti o garanzie dello Stato. Il rilascio delle garanzie e/o controgaranzie di cui al presente comma deve avvenire nel rispetto dei criteri e con le modalità di cui al comma 13.

12-ter. Per le finalità di cui al comma precedente, e segnatamente per lo realizzazione del progetto Ryder Cup 2022, relativamente alla parte non coperta dai contributi dello Stato, è concessa a favore di Ryder Cup Europe LLP, nel periodo 2017-2027, la garanzia dello Stato per un ammontare fino a 97 milioni di euro. La garanzia è elencata nell’allegato allo stato di previsione del Ministro dell’economia e delle finanze di cui all’articolo 31 della legge 31 dicembre 2009, n. 196. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze sono definite le modalità di operatività della garanzia dello Stato”»

Insomma, “fino a 97 milioni di euro” di garanzia dello Stato a disposizione degli organizzatori della manifestazione sportiva. La Ryder Cup, per chi non lo sapesse, è una manifestazione che mette di fronte una selezione di golfisti degli Stati Uniti e una di golfisti europei, che si sfidano ogni due anni, alternativamente negli States e in Europa (quasi sempre nel Regno Unito). L’emendamento porta la firma di Renato Guerino Turano, senatore del Partito Democratico eletto nella circoscrizione America Settentrionale e Centrale ed è stato sempre difeso dalla maggioranza "renziana" del partito. Così scrive Stefano Esposito, per esempio:

Con l’emendamento approvato si garantisce una fideiussione, una garanzia figurativa, di 97 milioni di euro per l’organizzazione dell’evento. Ma questo non vuol dire che lo Stato sborserà questa somma che è di mera garanzia a copertura del budget.

Io credo che la Ryder Cup possa essere una grande occasione per il nostro paese, perché può permettere lo sviluppo di un nuovo tipo di turismo che produrrà nuove occasioni di lavoro. Inoltre, sulla base di quanto avvenuto in altri paesi ospitanti nei precedenti anni, notevoli entrate potranno arrivare dagli introiti dei diritti tv, un gettito che si aggira attorno ai 40 milioni di euro, che potranno andare a coprire una parte della somma messa a garanzia dallo Stato per la copertura del budget.

Una tesi contestata dalle altre forze politiche e guardata con grande perplessità dalla minoranza del PD, ma anche un ragionamento che non tiene conto di una questione di fondo: possiamo fare la Ryder Cup "senza" questo fondo di garanzia, che, come dice lo stesso Esposito, non è nemmeno essenziale? Se l'evento è un successo annunciato (sui numeri qualche obiezione si potrebbe sollevare), a che serve la garanzia con soldi pubblici? E in più, come ricorda la senatrice Ricchiuti, eletta con il PD, "l'emendamento Turano concedeva un ulteriore sostegno ad una manifestazione sportiva che ha già beneficiato di una finanziamento di circa 60 milioni nella legge di bilancio" (59,4, per la precisione). Come dire, insomma: abbiamo già dato, anche per il golf.

Questioni di senso, che però passano finanche in secondo piano se si considera la vicenda da un altro punto di vista. Perché l'emendamento Ryder Cup rappresenta perfettamente il racconto della politica di palazzo nell'epoca dei social network, dell'indignazione un tanto al chilo e della propaganda sistemica.

Partiamo da un presupposto: l'emendamento non è scandaloso, o meglio, non stiamo parlando "senza se e senza ma" di una schifezza impresentabile. È una scelta che, legittimamente, il Parlamento poteva fare, all'interno di un provvedimento impostato dalla maggioranza di Governo. Proposta legittima, ma discutibile e controversa, appunto. Tant'è vero che l’idea di dover mettere “fino a 97 milioni di euro” per una cosa del genere aveva fatto incazzare qualcuno e, anche a causa del polverone sollevato, era stata prima accantonata, poi molto discussa e contestata.

La cosa surreale, indifendibile e molto esplicativa di un certo modo di intendere la politica, è il percorso di questo "simil – megamarchettone". Prima si è provato a inserirlo in legge di bilancio: ma nulla di fatto, in Commissione Finanze si opta per lo stralcio (come ultimo atto del Governo Renzi non sarebbe stato il massimo, a dirla tutta). Poi viene riproposto nel decreto fiscale, ma finisce male anche lì. Da ultimo si tenta la strada del decreto salva banche: tutto bene in Commissione Finanze, ma stavolta a mettersi di traverso è Grasso che, giustamente o meno, si chiede che diamine c’entri con le norme sul risparmio.

Tutto finito? Si spera, anche se, considerato l'andazzo, non ci meraviglieremmo di trovarcelo nei prossimi provvedimenti in esame in Parlamento. Certo, il calendario prevede legge sulla cittadinanza, decreto Mezzogiorno e legge elettorale, ma tutto è possibile (e c'è sempre una cosina chiamata "Milleproroghe"…).

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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