4 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La Spagna vuole modificare il proprio fuso orario ed eliminare la siesta

Il premier spagnolo vuole adeguare i ritmi lavorativi a quelli internazionali, imponendo che si stacchi dal lavoro al massimo alle 18, senza pause troppo lunghe all’ora di pranzo: attualmente gli iberici prendono almeno due ore di stop a metà giornata, per poi lavorare fino alle 20.
A cura di Biagio Chiariello
4 CONDIVISIONI
Immagine

La Spagna vuole dire addio alla siesta, o quanto meno provare a farlo. Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy infatti è dell’idea che il pisolino a metà pomeriggio va abolito. Il governo vorrebbe uniformare i ritmi iberici a quelli internazionali, in particolare a quelli graditi alle multinazionali e ai mercati, cioè 9-17 senza praticamente interruzioni se non per la pausa-pranzo.  È consuetudine in Spagna cominciare a lavorare alle 10 del mattino, stoppare alle 14 per una ‘siesta’ di tre ore, e terminare la giornata lavorativa alle 20. "Troverò consensi per far si che la giornata lavorativa termini alle 18:00", ha detto Rajoy secondo il ‘Times' di Londra.

Con la nuova normativa, il fuso orario della Spagna si conformerebbe al ‘Tempo medio di Greenwich' che peraltro le corrisponde per la sua posizione geografica, ossia nell’Europa Occidentale. Anche per questo il Paese iberico sarebbe dovuto rientrare “naturalmente” nel fuso ‘standard’, eppure nel 1940 sul Boletín Oficial del Estado, la Gazzetta Ufficiale dello Stato, fu comunicata la decisione di allinearsi con il fuso di Berlino (un’ora avanti). La conseguenza è stato un orario irregolare da oltre 70. La struttura della giornata lavorativa spagnola (con pausa pranzo di due ore e cena dopo le 22) avrebbe dunque conseguenze negative sulla qualità della vita, della salute e della produttività. Secondo Eurostat la produttività oraria degli spagnoli è pari a 107,1 punti, contro i 132,5 del Belgio o i 124,8 dalla Germania. "A causa di un grande errore storico, viviamo con 71 anni di jet-lag ed è insostenibile. In Spagna si mangia alle 2 del pomeriggio e non si cena fino alle 9 di sera, limitando così la disponibilità di tempo libero", aveva spiegato nel 2013 Nuria Chincilla, direttrice del Centro internazionale lavoro e famiglia.

Ma siamo sicuri che gli spagnoli vogliano questo cambiamento? Il rito della pennichella pomeridiana in realtà sembra ancora irrinunciabile per gli spagnoli: “la tradizione persiste nelle zone rurali, nelle grandi città i lavoratori non fanno in tempo a tornare a casa ma volendo si addormentano sulla scrivania”, scrive The Guardian La secolare tradizione della siesta il retaggio di una società storicamente basata sull’agricoltura: la lunga pausa tra mattina e pomeriggio consentiva ai lavoratori di riposarsi nelle ore calde della giornata e rimettersi in attività quando il sole stava per tramontare. “La maggioranza degli spagnoli – racconta il Guardian – preferisce ancora spezzare la giornata lavorativa in due tronconi, finendo per lavorare fino alle 8 di sera: dalle 9 fino alle 14, e poi dalle 16,30 fino alle 20”.

4 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views