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La Sicilia è al primo posto in Europa nella classifica delle regioni con più Neet

Secondo i dati del rapporto Eurostat “Regional Yearbook 2017”, alla Sicilia va la maglia nera per la forte presenza di Neet, giovani che non studiano e non cercano neanche un’occupazione. Nell’Isola sarebbero il 41,4%.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nel rapporto Eurostat sulla disoccupazione giovanile la Sicilia ha un triste primato: la Regione è al top tra 200 regioni per l'alto numero di Neet, i giovani fra i 18 e i 24 anni che non studiano e non cercano lavoro. È quanto emerge dal Regional Yearbook 2017 pubblicato ieri da Eurostat. Tra i Paesi Ue, dove la media dei Neet è del 15,2%, l'Italia si conferma quello con la quota più elevata (il 26%). Nell'Isola si trovano in queste condizioni il 41,4% dei ragazzi: peggio dei Siciliani nella classifica c'è soltanto la Guyana francese (44,7%) e la regione bulgara di Severozapaden (46,5%). I dati si riferiscono al 2016.

Un altro elemento preoccupante riguarda il dato su abbandoni scolastici e laureati: in Sicilia il 23,5% dei giovani fra i 18 e i 24 anni lascia la scuola prima di terminare il ciclo delle superiori (in Ue il 10,7%). E ancora la Sicilia (18%) e poi la Campania (19,7%) appartengono al ristretto gruppo di sei regioni europee in cui possiede una laurea o un titolo equivalente meno di una persone su 5 (la media Ue fra i 30 e i 34 anni è invece del 39,1%).

In Europa il 71,4% di chi ha terminato l'università trova un'occupazione entro tre anni, mentre in Italia ci riesce appena il 44,2% e nel Mezzogiorno il 26,7%. Fanalino di coda la Calabria dove la percentuale di giovani che dopo avere raggiunto il titolo accademico riesce a trovare un'occupazione nei tre anni successivi crolla addirittura al 20,3%.

I dati possono diventare dirimenti nella campagna elettorale siciliana, per le prossime elezioni del 5 novembre. Lo hanno capito i candidati, che infatti intervengono sul tema. E infatti Fabrizio Micari, il candidato del Pd, appoggiato da Ap, e rettore dell'Università di Palermo, ha detto: "È un dato preoccupante che dimostra la bontà delle cose che noi diciamo e cioè puntare sul diritto allo studio, sul lavoro, sullo sviluppo. Dobbiamo ripartire da lì perché per troppo tempo le scelte sono state basate sull'assistenzialismo". 

Durissimo il candidato del M5S Giancarlo Cancelleri, che commenta il rapporto Eurostat durante il tour elettorale con Di Maio in provincia di Messina: "Questo è il magnifico risultato di gente come Fabrizio Micari, che guida l'università di Palermo, e Rosario Crocetta, che guida da cinque anni la Regione siciliana: hanno demolito i giovani in Sicilia, gli hanno tolto la voglia di lavorare e studiare".

La ricetta di Musumeci

Per il candidato del centrodestra, Nello Musumeci, il modo per invertire questo processo è quello di puntare sull'apprendistato. La causa dell'alto numero di Neet per Musumeci è un sistema educativo obsoleto, che rischia di falciare sul nascere la capacità dei giovani di inserirsi nel mercato del lavoro: "Se un giovane non lavora a 18, 20 o 25 anni rischia spesso di diventare facile manovalanza delle organizzazioni criminali – dice Musumeci – Servono politiche giovanili che facciano sentire i giovani protagonisti sia nella vocazione dell'auto imprenditorialità sia nella scelta del lavoro dipendente".

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