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La scuola d’eccellenza di Jesolo: qui il 97% dei diplomati trova subito lavoro

L’Istituto tecnico Superiore per il turismo di Jesolo al primo posto nelle classifiche italiane per la capacità di “sfornare” diplomati subito in grado di trovare un lavoro.
A cura di Davide Falcioni
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C'è una scuola in Italia in cui 97 diplomati su 100 trovano un lavoro appena terminati gli studi. Si tratta dell’Istituto tecnico Superiore per il turismo di Jesolo, risultato il primo in Italia per qualità ed esiti degli studenti: 75 ogni anno trovano un lavoro appena diplomati, in alcuni casi riuscendo a spendere quello che hanno appreso in hotel di prestigio internazionale. Davide Silvestrin, 22 anni, è uscito proprio dall'istituto veneto ed è oggi responsabile del front office dell’hotel Montcalm di Londra, un cinque stelle a Marble Arch.

L'Istituto tecnico Superiore per il turismo. che ha sedi a Jesolo e Bardolino, è specializzato nella formazione di manager dell’ospitalità e della ristorazione ed  ha ottenuto il miglior piazzamento nazionale in una serie di parametri valutati dall’Indire (Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa): la scuola trionfa nel numero di occupati a 12 mesi dal conseguimento del titolo, con il 97% dei diplomati che trova lavoro. Alle spalle dell'istituto veneto l’Its Umbria Made in Italy di Perugia (primo nel 2016), mentre sul terzo gradino del podio si piazza il "superlaboratorio" per la meccanica, la meccatronica e la motoristica di Modena. Ebbene, queste tre scuole otterrannoun bonus dal Miur: "In questo modo premiamo le strategie che si sono dimostrate vincenti e identifichiamo le criticità da analizzare. Diamo riconoscimenti a chi raggiunge i risultati migliori: non più fondi a pioggia per tutti", spiega Gabriele Toccafondi, sottosegretario del ministero.

Alessandro Mele, segretario dell'Its di Cernobbio e coordinatore della cabina di regia che riunisce gli Its turistici italiani e si interfaccia con il Miur, commenta al Corriere: "Nell’anno scolastico 2015/2016 circa 220 mila ragazzi non hanno proseguito gli studi. Molti di loro avrebbero potuto accedere ad una formazione terziaria non universitaria, che potrebbe costituire una soluzione per tutti questi ragazzi e per l’economia del Paese. E che risolverebbe il problema della mancanza di tecnici specializzati".

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