La Sardegna è indignata: “I Mamuthones non sono banditi, Alfano chieda scusa”
La comunità di Mamoiada (Nuoro) è indignata col Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Cosa è successo? Lunedì, la notizia relativa all'esecuzione di varie ordinanze di custodia cautelare a Viterbo. I carabinieri del comando provinciale hanno sgominato una banda di malviventi accusati, a vario titolo, di furto, danneggiamento, incendio doloso, estorsione, ricettazione, possesso di armi clandestine, traffico di sostanze stupefacenti. E fin qui nulla di strano. Se non fosse che all’operazione è stato dato il nome della tipica maschera del borgo barbaricino: “Operazione Mamuthones”, nome ispirato al fatto che i presunti delinquenti sono tutti di origini sarde. Da qui la reazione della comunità sarda. Il deputato Mauro Pili (Unidos-Misto) ha presentato al capo del Viminaleun’interrogazione per stigmatizzare la scelta del nome “Mamuthones” per battezzare un’operazione dei carabinieri. “I Mamuthones non hanno e non possono avere alcun legame con la malavita. Testimonianze orali riportate da diversi studi attestano che i Mamuthones sfilavano già nel XIX secolo, ma alcuni sostengono, invece, che il rito risalga all’età Nuragica, come gesto di venerazione per gli animali, per proteggersi dagli spiriti del male o per propiziare il raccolto” specifica Pili.
Polemica anche sui social per l'"operazione Mamuthones"
La polemica inevitabile è montata anche sui social network registrando numerosi commenti negativi e discussioni animate. Sdegno anche da parte del primo cittadino di Mamoiada Graziano Deiana e del presidente della Pro Loco Antonio Mele. "Non è un caso – dice il sindaco – che la nostra onorificenza "Mamuthone ad honorem" sia stata consegnata a personaggi della caratura di Francesco Cossiga, Paolo Fresu e Giovanni Lilliu: esempi di sardi che si sono distinti nel mondo per l'intelligenza, la levatura morale ed il talento. Non ci fa di certo piacere vederlo associato ad una cosa del genere".