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La rivincita di D’Alema su Renzi: “Soffre di annuncite come Berlusconi”

Il “rottamato d’oro” del Partito Democratico attacca il capo del governo: “Il Governo compie indubbiamente degli sforzi. Poi i risultati, sicuramente, per ora non sono stati soddisfacenti”.
A cura di Davide Falcioni
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Ha dovuto attendere anni, ma il "rottamato" d'oro del PD Massimo D'Alema alla fine si è tolto alcuni sassolini dalle scarpe e Bologna, in occasione della Festa Nazionale dell'Unità, ha attaccato Matteo Renzi: "I risultati per ora non sono stati soddisfacenti. Un partito non può essere il movimento del premier, che si circonda di persone fiduciarie". L'ex premier ha criticato l'azione dell'esecutivo e le tante promesse di questi mesi: "Anche Berlusconi soffriva di annuncite".

Rispondendo ai giornalisti il politico pugliese ha detto: "Il Governo compie indubbiamente degli sforzi. Poi i risultati, sicuramente, per ora non sono stati soddisfacenti". D'Alema si riferisce in particolar modo alle risposte alla crisi economica, che "in questo momento la maggiore preoccupazione deve essere la situazione economica e sociale del Paese. Il Governo deve reagire in modo energico. Adesso vediamo quando arriveranno i provvedimenti, in particolare la manovra entro ottobre". Per l'ex premier a quel punto "comprenderemo meglio quale sono le risposte, cercando di andare alla sostanza dei problemi perchè mi pare che i cittadini attendono risposte sostanziali". D'Alema è stato molto duro con il primo ministro e, incalzato dai giornalisti, ha detto: "Io credo nel ruolo dei partiti, credo che un partito non possa essere il movimento del premier. I partiti dovrebbero avere una loro vita democratica, dei loro organismi dirigenti, sostanzialmente il Pd in questo momento non ha una segreteria, ma un gruppo di persone che sono fiduciarie del presidente del consiglio. In questo modo il partito finisce per avere una vita molto stentata". "Il consenso è importantissimo, ma i partiti sono delle comunità di persone che durano nel tempo, al di là – spiega D'Alema – del consenso che possono avere in un'elezione e, magari, un pò meno in quella successiva".

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