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La rinascita degli scavi di Ercolano: “Non siamo secondi a Pompei”

Il riallestimento di una bottega di un fabbro dell’antica città romana, oltre alla riapertura al pubblico di diverse domus e nuove mostre in programma: così rinasce il sito archeologico di Ercolano che festeggia i 90 anni dal primo scavo dell’area.
A cura di Redazione Cultura
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Il riallestimento di una bottega di un fabbro dell'antica città romana di Herculaneum, oltre alla riapertura al pubblico della Casa del Tramezzo di Legno, la Casa Sannitica, le Terme Maschili e la Casa dei Cervi: così rinascono gli scavi archeologici di Ercolano che ieri hanno festeggiato i 90 anni esatti dal primo scavo dell'area, dopo precedenti tentativi che ne avevano portato alla luce solo piccole parti. Il nuovo direttore del prestigioso sito archeologico, Francesco Sirano, può festeggiare oltre al recupero di pezzi importanti degli scavi, anche un mese di aprile da record.

Secondo quanto resto noto dalla Soprintendenza, infatti, sono stati 71.149 i turisti e i visitatori in visita solo nel mese di aprile per ammirarne le domus e i lavori di restauro dell’Herculaneum Conservation Project, un programma di conservazione, ricerca e valorizzazione del sito che dal 2001 vede collaborare insieme Soprintendenza e Packard Humanities Institute, fondazione filantropica americana che fa capo a David Packard jr.

Il tutto nel segno dell'eterno confronto con Pompei, il sito archeologico di età romana più importante al mondo che dista solo pochi chilometri da Ercolano. Al quotidiano Repubblica, Francesco Sirano ha dichiarato:

Guardiamo al futuro prendendo esempio proprio dal nostro passato, senza finanziamenti a pioggia o grandi piani di recupero. Al momento abbiamo 14 domus aperte. Puntiamo a raggiunger le 20. Sono tutti edifici già messi in sicurezza, grazie all'intervento della Fondazione Packard. Con le mostre Pop-Up diamo un'accelerata ai nostri utenti: la prossima sarà dedicata all'Ufficio di Maiuri, allestita in un posto degli scavi ancora da definire.

Tra gli altri piani di mostre, ha concluso il direttore Sirano, anche quella alla bottega davanti alla casa di Nettuno Anfitrite, una sorta di salumeria dell'epoca, oltre a un itinerario nella bottega del lanarius, che ha restituito l'unico torchio a vite del mondo romano, giunto a noi in buone condizioni. Recenti studi hanno confermato che la sua funzione non era legata all'ambito tessile ma alla distillazione di profumi da essenze vegetali.

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