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La repressione dei gay in Cecenia: centinaia di persone arrestate e massacrate dalla polizia

In Cecenia sarebbe in corso una vera e propria repressione delle persone omosessuali. Le forze dell’ordine, racconta il quotidiano Novaja Gazeta, sarebbero impiegate per arrestare “sospetti” omosessuali, i quali sarebbero poi condotti nel carcere segreto di Argun e torturati. Smentendo la notizia, il portavoce del governo ceceno ha sostenuto che nel Paese non ci sono omosessuali, dunque non si possono arrestare o reprimere persone che non esistono. Proteste trasversali delle istituzioni e associazioni europee.
A cura di Charlotte Matteini
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Testimonianza fotografica delle torture subite da uno degli arrestati, pubblicata da Novaja Gazeta.
Testimonianza fotografica delle torture subite da uno degli arrestati, pubblicata da Novaja Gazeta.

Gay torturati e massacrati a causa del loro orientamento sessuale. Le tragiche notizie arrivano dalla Cecenia, testimonianze diffuse dal movimento semiclandestino "Russian lgbt Network", che nel Paese ha anche attivato una linea di aiuto per difendere le persone omosessuali e denunciare soprusi e violenze. L'associazione, in collaborazione con il giornale Novaja Gazeta, il quotidiano per cui scriveva Anna Politkovskaja, e numerosi attivisti per i diritti umani, in queste ultime settimane, attraverso le testimonianze di centinaia di detenuti, ha portato allo scoperto le torture e le atrocità perpetrate dalle forze di polizia nei confronti delle persone omosessuali arrestate nel Paese. In Cecenia, stando ai racconti, sarebbe in atto una vera e propria repressione degli omosessuali, un piano che avrebbe come scopo la prevenzione della diffusione dell'omosessualità nel Paese e difendere la purezza della società cecena. "Massacrati con bastoni, bottiglie di vetro, torturati con scosse elettriche ai genitali, appesi per i polsi e le caviglie, quasi soffocati con sacchetti di plastica", testimoniano centinaia di omosessuali costretti in condizioni disumane nelle carceri segrete di Argun. Durante una delle svariate operazioni delle forze dell'ordine, alcuni gay ceceni sarebbero rimasti uccisi e al momento, specifica il quotidiano ceceno, sarebbero 3 i morti accertati.

"Ci portano fuori e ci picchiano. Cercano di capire con chi sei in contatto, chi sono i tuoi amici e il loro orientamento sessuale. I telefoni li tengono sempre accesi, chiunque chiami o messaggi può essere un nuovo target", racconta uno dei detenuti raggiunti dall'associazione e dai reporter di Novaja Gazeta. Un altro testimone racconta invece che la polizia avrebbe utilizzato i contatti di un uomo arrestato per droga per adescare e incastrare altre persone e inoltre, scrive Elena Milashina di Novaja Gazeta, "per restituire rispettabilità sociale alle famiglie dei sospettati omosessuali, alcuni uomini del autorità cecene inviterebbero le famiglie al delitto d'onore.

Pochi giorni fa, rispondendo ad alcune domande relative a questa vicenda, Alvi Karimov, portavoce del leader ceceno, ha smentito totalmente la notizia, dichiarando che non esistono persone gay in Cecenia: "Non puoi arrestare o reprimere persone che non esistono nella Repubblica. Se ci fossero persone così in Cecenia, le forze dell'ordine non dovrebbero fare nulla perché i loro parenti li manderebbero via in luoghi da cui non si può fare ritorno".

Reazioni politiche in Europa

Il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, ha pubblicamente denunciato l'accaduto con un intervento in assemblea plenaria: "Dalla Cecenia arrivano notizie preoccupanti di uccisioni di cittadini a causa dei loro orientamenti sessuali, chiedo alle autorità cecene di fornire al più presto notizie precise e dettagliate su ciò che sta accadendo".

Il deputato di Sinistra Italia, Erasmo Palazzotto, ha invece chiesto un intervento dell'Ue e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, attualmente in visita ufficiale in Russia, dal presidente Vladimir Putin. "Notizie di stampa trapelate dall'estero hanno rivelato che in Cecenia alcune ex caserme militari sono state trasformate per correggere uomini dall'orientamento sessuale non tradizionale o sospetto, veri e propri campi di concentramento per gay. Un orrore che si ripete a distanza di 70 anni. L'Italia e l'Europa non possono restare in silenzio davanti a questo livello di violazione dei diritti umani. Il presidente Mattarella in visita a Mosca non può ignorare ciò che sta accadendo in Cecenia".

I senatori del Partito Democratico, Sergio Lo Giudice, Monica Cirinnà e Luigi Manconi, hanno invece programmato un'interrogazione parlamentare sulla questione: "Abbiamo predisposto un'interrogazione al ministero degli Esteri per chiedere una posizione forte del nostro paese davanti a questa vergogna. Vanno messe in campo tutte le iniziative necessarie per chiarire i fatti e intraprendere azioni adeguate, a partire dalla richiesta al governo russo di avviare un'inchiesta e dall'invio di osservatori internazionali in Cecenia. La repubblica autonoma cecena fa parte della federazione russa e applica anch'essa le tristemente famose leggi contro la ‘propaganda omosessuale tra i minori' approvate dalla Duma tre anni fa. Una escalation di questo tipo mette in serio pericolo la condizione dello stato di diritto nella Russia di Putin".

L'associazione radicale "Certi diritti" ha invece inviato una lettera urgente all'alto rappresentate per gli Affari Esteri Federica Mogherini e al ministro degli Esteri Angelino Alfano, sollecitandoli a prendere iniziative: "Non accennano a fermarsi le notizie che provengono dai media russi di opposizione che sono riusciti ormai a localizzare vere e propri campi di prigionia destinati agli omosessuali, dove uomini e ragazzi sequestrati dai corpi paramilitari subiscono sevizie di ogni tipo. Si parla di oltre 100 persone deportate dalla fine di febbraio e di almeno 3 morti. La necessità di preservare gli equilibri geopolitici con la Russia non insabbi il ricorso storico messo in atto dalle autorità cecene. Chiediamo che siano attivate tutte le iniziative urgenti e necessarie per l'invio di osservatori internazionali nella regione e concedendo immediatamente asilo ai sopravvissuti e alle vittime potenziali di questa follia", sostenengo Leonardo Monaco e Yuri Guaiana di Certi Diritti.

"Le notizie che arrivano dalla Cecenia lasciano senza parole. Pensare che nel 2017 esistano dei campi di concentramento per uomini ‘dall'orientamento sessuale non tradizionale o sospetto' fa davvero rabbrividire. Non è un pesce d'aprile ma una drammatica realtà che ci colpisce profondamente. La dignità e la libertà degli uomini, a prescindere dal proprio orientamento sessuale, non possono essere lese così per nessun motivo ed in nessuna parte del mondo. I campi di concentramento per gay ci riportano al nazismo: tutti dobbiamo far sentire la nostra protesta, il nostro sdegno", scrive l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi su Facebook.

L'onorevole Pina Picierno del Partito Democratico ha annunciato l'intenzione di presentare un'interrogazione al Parlamento europeo sul tema: "Da alcuni giorni circola sui media una notizia terrificante: in Cecenia sarebbero stati istituiti dei campi di concentramento dove vengono rinchiuse persone omosessuali. Si parla di torture, umiliazioni, uccisioni di persone innocenti, motivate esclusivamente dall'orientamento sessuale. Novaya Gazeta, unico giornale indipendente russo, riferisce che più di 100 uomini che si presumono essere gay siano stati uccisi. Si parla di una vera e propria caccia alle streghe, portata avanti apparentemente dalla stessa polizia cecena, i cui agenti, fingendosi gay su siti per incontri o i social media, procedono ad arresti e utilizzano le liste dei contatti telefonici per scovare altre persone gay non dichiarate. Una volta in carcere, i presunti omosessuali sono costretti in minuscole celle buie, gli uomini sono picchiati e torturati senza pietà in vari modi, chi sopravvive viene restituito alla famiglia, il che spesso equivale ad una condanna a morte. Si chiede pertanto alla AR/VP (l'Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione europea ndr) se è a conoscenza di tali atrocità e quali azioni può l’UE mettere in campo per fermarle o per assicurare sicurezza a chi da queste atrocità sta fuggendo".

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