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La reazione dell’Ue al referendum svizzero anti immigrati: stop al trattato sull’elettricità

La prima reazione dell’Unione Europea dopo il referendum sul limite agli stranieri è lo stop ai trattati sull’energia elettrica.
A cura di Antonio Palma
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Dopo il referendum svizzero che ha sancito il limite agli ingressi di stranieri, anche europei, Bruxelles passa al contrattacco. La prima reazione pratica dell'Unione Europea dopo le proteste verbali, è lo stop al negoziato con la Svizzera sull'elettricità. Lo ha annunciato la portavoce della Commissione europea, Pia Ahrenkilde, spiegando che "Nessun negoziato a livello tecnico è previsto per raggiungere un accordo con la Svizzera sui temi dell'elettricità alla luce della nuova situazione che si è venuta a creare" dopo il voto sul referendum sulla libera di circolazione nel Paese e le restrizioni degli ingressi dei lavoratori stranieri, che si caratterizza come "una potenziale violazione degli accordi" precedenti. Come ha spiegato sempre Ahrenkilde, lo stop ovviamente "è legato a questioni istituzionali orizzontali", e  avviene "perché il modo di procedere deve essere analizzato alla luce del contesto più ampio delle relazioni tra Ue e Svizzera" che dopo il referendum di domenica hanno avuto una brusca frenata.

Prossimo colloquio in programma già annullato – La Commissione Ue ha già comunicato alle autorità svizzere la cancellazione della riunione sulla questione elettricità prevista per il prossimo 17 febbraio. Si tratta di una prima misura a breve termine  in attesa delle decisioni del Consiglio Affari generali che ha dedicato lungo tempo alla questione. Da Bruxelles sottolineano che le conseguenze del referendum in Svizzera si riflettono "tanto sugli accordi in corso quanto sui piani di accordo e riguardano aree cruciali".

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