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La ragazza con gli orecchini d’oro: tra le tombe etrusche a Vulci spunta un nuovo tesoro

Ancora clamorose scoperte archeologiche dai nuovi scavi di Vulci in provincia di Viterbo. Ben 17 tombe hanno rivisto la luce dopo più di 2000 anni e con loro gli oggetti deposti a corredo dei defunti dagli antichi. Tra loro una ragazzina addobbata coi suoi orecchini dorati di epoca etrusca.
A cura di Redazione Cultura
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Orecchini d'oro a grappolo da Vulci, 350 a.c.
Orecchini d'oro a grappolo da Vulci, 350 a.c.

Non smettono le scoperte archeologiche dai nuovi scavi di Vulci, in provincia di Viterbo. Ben diciassette tombe, infatti, hanno rivisto la luce dopo più di duemila anni, dentro di loro oggetti deposti a corredo dei defunti dagli antichi abitanti della metropoli etrusca, per facilitarne il passaggio nell'aldilà.

È quanto emerge dal ritrovamento di una fossa scavata nel tufo sulla necropoli di Poggetto Mengarelli, con il ritrovamento di più di 30 oggetti, tra i quali si segnala la presenza di alcuni anelli in argento insieme a numerosi oggetti in bronzo.

Fibule, affibbiagli, immanicature (impugnatìure di armi) e vasi che risalgono ad almeno settecento anni prima di Cristo che finivano sepolte assieme all'uomo sepolto. A disturbare il suo sonno, ancor prima degli archeologi, ben cinquecento anni dopo la chiusura della tomba, è stata una bambina sepolta in una nicchia lì vicino. La sua dote consiste in una serie di ornamenti personali, probabilmente indossati al momento della sepoltura: due coppie di orecchini d'oro e un anellino d'argento, mentre due statuine in bronzo a forme di sirena completavano il corredo.

A lato, parzialmente sconvolti da un intervento clandestino recente, emergono i resti di altre due sepolture sempre di fine IV-inizi III sec. a.C., tra cui fa bella mostra uno specchio in bronzo in mezzo ad altri oggetti di metallo: anellini, vasi, asce e lame, ed un servizio di vasi alcuni dei quali dipinti.

Alfonsina Russo, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l'Etruria Meridionale, non nasconde l'emozione per il ritrovamento: "È impressionante il numero di tombe presenti in questa piccola area – ha dichiarato – estesa meno di un appartamento di medie dimensioni e l'estrema varieta' dei reperti rinvenuti che abbracciano un periodo cosi' lungo, dall'epoca villanoviana a quella romana, attraversando tutta la storia degli Etruschi".

Le fa eco Carlo Casi, direttore scientifico della Fondazione Vulci:  "E questo è solo l'inizio – dice – le ricerche archeologiche continueranno, grazie al contributo del Comune di Montalto di Castro, sino alla fine del 2016 regalandoci una serie ininterrotta di eccezionali scoperte".

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