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La rabbia dei genitori-nonni: “Non conta l’età ma l’amore che avremmo dato a nostra figlia”

La battaglia legale di Luigi Deambrosis e della moglie Gabriella, coniugi di Casale Monferrato, è iniziata nel 2010, poco dopo la nascita della loro bambina. Ieri la Corte d’Appello di Torino ha confermato lo stato di adottabilità della piccola, già allontanata da anni dai suoi genitori biologici.
A cura di Susanna Picone
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Nella giornata di ieri la Corte d'Appello di Torino ha confermato lo stato di adottabilità della bambina che era stata allontanata dai suoi genitori di Casale Monferrato, noti come “genitori-nonni” a causa della loro età (75 anni lui, Luigi Deambrosis, e 63 lei, Gabriella Carsano). La piccola, nata del 2010 grazie alla fecondazione eterologa effettuata all’estero, è stata tolta ai genitori pochi mesi dopo la nascita per cui la battaglia legale della coppia va avanti ormai da sette anni. E, nonostante la sentenza di ieri, la coppia di coniugi piemontesi non è intenzionata ad arrendersi. Come si può accettare che un giorno qualcuno venga a casa tua e ti porti via la figlia voluta da una vita?, è di fatto quanto si chiedono Luigi e Gabriella, che ormai non hanno contatti con la loro bambina da quattro anni. In un colloquio con Il Corriere della Sera, Deambrosis ammette che questa volta aveva sperato in una sentenza diversa. Anche perché nel giugno dello scorso anno la Cassazione ha dato ragione al loro ricorso sottolineando che la legge non prevede limiti d’età per chi intende generare un figlio.

“Non ci arrendiamo neanche stavolta” –  “Non ci hanno lasciato il tempo di dimostrare che saremmo stati buoni genitori”, ripetono i coniugi da quando la sua bambina è stata dichiarata adottabile. “Ma i periti della corte d’Appello hanno detto che siamo a posto, che non abbiamo nessuna patologia, che non siamo due genitori indegni e che l’età non conta”, spiega inoltre Luigi ricordando che conta solo l’amore che lui e sua moglie avrebbero dato alla loro bambina. “Io non sono un avvocato e non so a questo punto che cosa si possa fare ma quello che so è che non tiriamo su nessuna bandiera bianca. Non ci arrenderemo neanche stavolta, ci mancherebbe altro”, continua ancora l’uomo, determinato ad andare avanti con la battaglia legale per riabbracciare la sua bambina.

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