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La proposta di Grillo: “Accorpiamo le elezioni, votiamo in un solo giorno”

“Nessun governo ha mai provato ad unire le diverse consultazioni. Comunali, politiche e regionali dovrebbero tenersi in un’unica sessione”: così Grillo sul suo blog.
A cura di Redazione
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Abolire da subito le elezioni provinciali, accorpare le regioni tenendo conto che 11 su 20 hanno meno di due milioni di abitanti, accorpare i comuni sotto i 5mila abitanti, unire le consultazioni politiche, amministrative e regionali per andare al voto in un unico giorno e risparmiare decine di milioni di euro. È questa in estrema sintesi la proposta che Beppe Grillo affida alle pagine del suo blog, il giorno dopo la decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore, sulla quale curiosamente il capo politico del Movimento 5 Stelle evita di tornare.

Ipotesi che, nota amaramente Grillo, non sono neanche in discussione al momento dal momento che appare interesse della politica "conservare le greppie del potere" e non correre il rischio di privarsi di validi strumenti di controllo del territorio. Ma ecco il testo del messaggio:

Le elezioni in Italia sono come la vecchia pubblicità dei Pavesini. E' sempre l'ora delle elezioni. Ogni anno ci sono centinaia o anche migliaia di comuni che vanno al voto. Sono 8.092. Ci sono poi le elezioni regionali che cadono per le diverse regioni anch'esse ogni anno. Immancabili le elezioni europee, insopprimibili quelle provinciali nonostante la loro inutilità (ci sono province con meno di 100.000 abitanti), inevitabili quelle politiche, spesso anticipate. Le elezioni amministrative e regionali possono essere anche annullate o può cadere una giunta per corruzione, per infiltrazioni mafiose o per altri mille motivi. In tal caso si fa il bis. Altro turno elettorale. Ogni elezione è buona per chi vince, anche fosse l'ultimo dei comuni italiani, per riaffermare il primato del suo partito a livello nazionale. Chi perde invece si aggrappa all'archivio storico delle consultazioni con ardite acrobazie statistiche per spiegare che se non ha vinto, almeno ha "non perso". Non solo le elezioni non finiscono mai, ma gli esaminandi si moltiplicano. Regioni con la popolazione di un quartiere di città, province che non hanno neppure la dimensione di un medio comune e di comuni con gli abitanti di un condominio, talvolta di un appartamento con famiglia numerosa. C'è la corsa a diventare regioni, province, comuni. Una corsa all'oro che promette poltrone, sussidi, finanziamenti, appalti, poteri. I costi di questo stillicidio sono incalcolabili. Nessun governo ha mai provato ad unire le diverse consultazioni. Comunali, politiche e regionali, con l'introduzione di macro regioni (attualmente 11 regioni su 20 hannomeno di due milioni di abitanti) dovrebbero tenersi in un'unica sessione. Le provinciali vanno abolite da subito. I comuni sotto i 5.000 abitanti vanno accorpati. Nulla di tutto questo è previsto, le greppie del potere devono rimanere in vita e, se possibile, moltiplicarsi. Consigli, assessori, sindaci, presidenti, una folla che dipende dalla politica. Il Giorno Unico del Voto suona bene.

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