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Opinioni

La proposta del M5S: “100% del rimborso per chi prende fino ad 8 volte la pensione minima”

“Il decreto del governo Renzi risponde alla sentenza della Consulta con una misera mancetta travestita da bonus una tantum e con un meccanismo di rivalutazione molto ridotto”: così il M5S presenta la sua proposta alternativa di rimborso ai pensionati.
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Il 18 maggio il Consiglio dei ministri dava il via libera al decreto legge sulle pensioni, con le misure necessarie a rispettare la sentenza della Consulta sull’illegittimità del blocco delle perequazioni disposto dalla legge Fornero. Come noto, la proposta del Governo si concretizzava in un rimborso “una tantum” a a partire da 750 euro per chi ha una pensione di 1700 euro lordi, fino ad arrivare ai 278 euro per chi guadagna 2700 euro lordi (cifra che si azzera completamente per chi percepisce oltre 3200 euro lordi). Parallelamente veniva proposto un nuovo sistema di indicizzazione delle pensioni con una rivalutazione di 180 euro l’anno per chi guadagna 1700 euro al mese, 100 euro per chi ne guadagna 2200 e così via. Complessivamente l’intervento avrà un peso per le casse dello Stato di 2 miliardi e 180 milioni di euro (sui circa 18 miliardi di costo stimato nel caso di rimborsi a tutti gli aventi diritto) e riguarderà circa 3,7 milioni di pensionati. Le risorse arriveranno dal cosiddetto "tesoretto" (ricavato dalla differenza fra deficit tendenziale e deficit programmatico).

Nei prossimi giorni il decreto legge comincerà il suo percorso in Parlamento e c’è già chi annuncia battaglia. Nella giornata di oggi, infatti, il Movimento 5 Stelle presenterà la propria proposta alternativa (che siamo in grado di anticiparvi in esclusiva), nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei deputati in cui saranno resi noti gli emendamenti al testo proposto dal Governo Renzi. Nella lettura grillina quella di Renzi è “una misera mancetta travestita da bonus una tantum e con un meccanismo di rivalutazione molto ridotta”, incapace di “contemperare le esigenze di giustizia sociale con quelle di bilancio”.

La proposta del Movimento 5 Stelle è dunque molto diversa da quella del Governo e prevede, nello specifico:

  • La restituzione immediata del 100% dovuto per la  indicizzazione 2012-2013 ai beneficiari di trattamenti tra 3 e 4 volte la minima (fino a circa 2000 euro al mese)
  • La restituzione dilazionata in 5 anni (2015-2019) del 100% del dovuto alle pensioni oltre 4 volte e fino a 8 volte la minima (fino a circa 4000 euro al mese).
  • Oltre 8 volte la minima, il rimborso rimane bloccato
  • Dal 2016 la ripresa del ritmo di perequazione del 100% per gli assegni fino ad 8 volte la minima
  • L’istituzione della “facoltà di rinuncia” degli importi relativi alle indicizzazioni delle pensioni
  • Il tetto alle pensioni d’oro (oltre 5mila euro netti)
  • Lo stop ai vitalizi per i politici

Il costo complessivo dell’intervento è valutato in “7 miliardi con in più un “effetto trascinamento” della rivalutazione di circa 3 miliardi per il 2014”, dunque circa 10 miliardi di euro (5,7 miliardi per il primo anno e 1 miliardo di euro l’anno fino al 2019). Le risorse arriverebbero dalla “razionalizzazione degli oltre 130 miliardi di acquisti di beni e servizi della Pa”.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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