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La prof morta scalando l’Everest: si è sentita male a soli 15 minuti dalla vetta

Gli ultimi momenti di vita di Maria Strydom raccontati dal marito Robert Gropel che insieme a lei aveva intrapreso la scalata per dimostrare che anche i vegani come loro potevano riuscire nell’impresa.
A cura di A. P.
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Era ad appena 15 minuti di cammino dalla vetta della montagna più grande del Mondo, l'Everest, quando ha iniziato ad accusare i primi problemi di salute la professoressa Maria Strydom, la 34enne australiana deceduta il 21 maggio durante l'impresa  sulla catena montuosa dell'Himalaya. A rivelarlo è il marito Robert Gropel che con lei aveva deciso di intraprendere la scalata. I due erano a pochi metri dalla vetta quando la donna,sentendosi molto stanca, ha deciso di rinunciare, l'uomo invece ha proseguito lasciandola sul posto  col suo consenso. Quando è ritornato sul posto per iniziare la discesa però la donna ha iniziato a sentirsi sempre più male e, nonostante i soccorsi del marito e degli sherpa, è morta poco dopo.

"Le ho chiesto, ‘Ti spiace se vado su' e lei ha detto, ‘Sì, si va avanti, io ti aspetto qui', ma quando sono arrivato in cima all'Everest non è stato speciale per me, perché non era con me", ha raccontato l'uomo che al suo ritorno ha avuto un notizia ancora peggiore: la 34enne si sentiva ancora più male. La tragedia infine sulla via del ritorno verso il basso. Maria Strydom  infatti non riusciva più nemmeno a camminare e poi ha iniziato ad avere problemi nel parlare, infine ha perso i sensi. Con farmaci e ossigeno portato dagli sherpa, Robert Gropel ha tentato di rianimare la moglie ma purtroppo per la donna non c'è stato nulla da fare.

Il suo corpo è stato portato a spalle più a valle verso il campo base da un team di scalatori Sherpa, lì poi ha potuto atterrare un elicottero per riportare la salma in città a Kathmandu, capitale del Nepal.  "Sono il marito e il mio compito era proteggerla e riportarla a casa, è naturale per me ora dare la colpa a me stesso" ha sottolineato Robert Gropel che con la moglie aveva intrapreso la scalata per dimostrare che “i vegani possono tutto”.

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