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“La prima chiesa gay”: dieci motivi per cui il video dei The Jackal è una figata pazzesca (VIDEO)

Ad Announo è andato in scena l’ultimo lavoro dei The Jackal: “La prima chiesa gay” ed è una figata pazzesca.
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A cura di Saverio Tommasi
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I The Jackal sono così bravi che ogni tanto verrebbe voglia di vederli sbagliare, anche di poco. Per esempio un bicchiere d'acqua di traverso durante una cena importante o una cacchina di cane pestata prima di entrare in Chiesa. Invece niente, anche quando i The Jackal entrano in Chiesa – come stasera nel video su AnnoUno di Giulia Innocenzi – sono in grado di prendere gli stereotipi per le corna, masticarli e risputacchiarli a tempo. Il tempo che decidono loro e che, poffarbacco, funziona. Ed ecco i dieci motivi per cui secondo me funziona:

1) Luogo giusto. Il video si svolge in Chiesa, un tipico luogo di costume italiano.

2) Tema giusto. Il video è una riflessione (divertente) sul virus dell'omofobia (che invece non è affatto divertente).

3) Taglio giusto. Il video racconta gli omofobi per quello che sono: persone malate, che hanno bisogno (e diritto) di curarsi. Con un messaggio di speranza finale: sì, pure un omofobo può guarire, anche se è più facile che un cardinale passi per la cruna di un ago che un integralista debelli il virus.

4) Gesù cacciava i mercanti dalle chiese e i The Jackal entrano nel salotto buono della tv e a calci di creatività rendono il resto vecchio. Come l'elezione di Obama nel 2008 e la faccia di Berlusconi a casa nostra. Per questo si possono permettere di far gridare a un prete, dall'altare: "Froci! Froci! Froci!" perché i The Jackal sono come un bambino che legge un commento di Bagnasco senza la sovrastruttura di Bagnasco. Cioè dicono quello che Bagnasco pensa e se gli amici di Bagnasco si offendono chi se ne frega.

5) Il video costringe a prendere posizione. O piace o non piace. Giustappunto: "il tuo sì sia sì e il tuo no sia no". Da un certo punto di vista "La prima chiesa gay" è un video più cattolico della Binetti.

6) Riuscire a parlare dell'oggi e dell'ora, con la leggerezza del mai e l'impegno del sempre, è difficile come dire supercalifragilistichespiralidoso al contrario o far ridere con una triplice parodia sulla serie di Gomorra (sì, hanno fatto pure quella, avete mai visto "Gli effetti di Gomorra sulla gente?")

7) Il settimo punto si chiamava spoiler, perciò non l'ho messo.

8) Sandra e Raimondo erano carinissimi, e quando Sandra alzava le coperte del letto, a calci, mi faceva tanto ridere. Vent'anni fa.

9) A me dispiace che oggi un ragazzo di sedici anni non sappia chi erano Raimondo Vianello o Walter Chiari (ma per fortuna conosca benissimo i The Jackal o i The Pills), ma mi dispiaccio ancora di più che un sessantenne medio conosca i primi e ignori totalmente i secondi. Perché in fondo è lo stesso motivo per cui il novanta per cento dei ragazzi di sedici anni pensa (per fortuna) che una famiglia si faccia con l'amore e buona parte degli anziani pensi invece che una famgilia si faccia con il matrimonio, e rigorosamente fra uomo e donna.

10) Ah, dimenticavo. Simone Ruzzo con la barba è un figo della madonna.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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