La polizia: “Vostro figlio è morto”, ma poi se lo trovano davanti. Vivo
Un ciclone di sentimenti, prima l’angoscia e il tormento, poi la gioia e la liberazione. E’ quanto certamente ha provato una coppia di genitori statunitensi quando ha appurato che la polizia aveva comunicato loro solo per errore la morte del figlio in un incidente d'auto. La vicenda raccontata in anteprima dalla versione online dell’Alaska Dispatch News è avvenuta nella fredda Anchorage. Alla mamma e al padre del 29enne Justin Priest, nel cuore della notte tra giovedì e venerdì, viene comunicata la drammatica notizia direttamente dagli agenti: “Vostro figlio è morto in un incidente stradale”. Disperati Jay e Karen, da Palmer, telefonano ad alcuni parenti per informarli del terribile avvenimento, poi salgono in macchina per andare nella città di Anchorage, dove vive il ragazzo. Ad attenderli però c'era proprio lui, in carne ed ossa, Justin. I suoi genitori lo abbracciano in lacrime, lui ovviamente non riesce a capacitarsi di cosa sta accadendo. “Quando me lo sono ritrovato davanti agli occhi – spiega la mamma di Justin – pensavo fosse un’allucinazione. Lui non capiva nemmeno cosa stesse succedendo”. Ma cosa era successo? Semplice: un errore di persona, dettato dall’omonimia. Un clamoroso errore di persona che ha mandato nel panico una famiglia. L’uomo che era realmente deceduto nell’incidente aveva infatti lo stesso nome del 29enne, ma la data di nascita era diversa. La polizia si è scusata coi Priest che poi non hanno mancato di rivolgere le loro preghiere alla famiglia dell’uomo morto nell’incidente.
