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La politica, grande cabaret. Ridere per non piangere

Ognuno gioca la sua partita personale, mentre le persone sprofondano nella povertà.
A cura di Antonio Menna
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A volte penso alla politica e rido. In Parlamento ci sono tre forze di pari peso. Nessuna può fare il governo da sola. Una si vuole alleare ma non è corrisposta. Una non si vuole alleare con nessuno. Un'altra con chiunque ma nessuno la vuole. Il Presidente della Repubblica non può sciogliere le Camere perché è in scadenza. Potrebbe farlo il nuovo ma non in tempo per votare a giugno. Elezioni ad ottobre, e faremmo un anno tondo senza un governo. Il tutto con in corso la recessione più grave da un secolo, e persone che sprofondano nella povertà. Tutti parlano della crisi. Ma nessuno si muove. Eppure ci sarebbe da agire: ossigeno alle imprese, meno tasse, qualche soldo in più per recuperare fiducia. Lo ha fatto Obama, e in due anni gli occupati sono cresciuti. Ma lì dopo il voto avevano un presidente, e un governo, uno che decide e gente che bada al sodo. Qui no. Tutti giocano le loro partire personali. Un grande cabaret, mentre il Paese va a fondo. Ridere, quindi, ma solo per non piangere.

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Antonio Menna, giornalista, scrittore autore tra gli altri del libro "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli".
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