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La petizione: “L’isola di plastica del Pacifico grande come la Francia diventi uno stato”

Si tratta del Pacific Trash Vortex, la chiazza galleggiante formata dalla plastica che abbandoniamo in mare da anni.
A cura di D. F.
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C'è un luogo nell'Oceano Pacifico esteso quasi quanto la Francia – ovvero circa 700.000 km² – che meriterebbe di diventare un vero e proprio stato a sé. Si tratta del Pacific Trash Vortex, la chiazza galleggiante formata dalla plastica che abbandoniamo in mare da anni, che ha raggiunto un'estensione tale che l'organizzazione ambientalista Plastic Oceans Foundation – insieme all'agenzia-media esperta di contenuti virali LadBible – ha deciso di lanciare una provocazione: diventi una nazione a tutti gli effetti.

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Naturalmente la proposta è solo una provocazione e il suo scopo è quello di sensibilizzare sul problema dell'inquinamento, tuttavia la campagna si rifà alla Convenzione di Montevideo sui diritti e doveri degli Stati, secondo la quale un Paese ha il diritto di definire un territorio, formare un governo, interagire con altri Stati e avere una popolazione permanente. La Pacific Trash Vortex ha effettivamente dei confini continuamente in espansione, e per il governo si può lavorare.

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La campagna sta riscuotendo molto successo tanto che Al Gore – ex vicepresidente degli Stati Uniti – ha accettato di divenire primo cittadino onorario dell'isola, e come prima cosa ha detto: "Vogliamo restringere questa nazione". Il politico, insieme ad altre 100mila persone, ha apposto la sua firma per l'istituzione dello stato  Pacific Trash Vortex  e la proposta è stata sottoposta alle Nazioni Unite, che dovranno decidere se fare dell'isola di plastica il 196esimo Stato riconosciuto.

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